Verona2017 CONVEGNO NAZIONALE La sfida alle democrazie occidentali

ma sarei sciocco nel sottovalutare l’importanza degli stati membri, perché questa è un’Europa dove gli stati svolgono un ruolo determinante. Per fare delle scelte politiche che permettano all’Europa di essere protagonista non possiamo non tenere conto della Germania. Quando sento parlare la gente contro la Merkel, come se fosse la responsabile di tutti i mali dell’universo, io rispondo con un’analisi obiettiva, perché la Germania è la locomotiva dell’Unione europea. I tedeschi lavorano in tutte le istituzioni europee, i deputati tedeschi sono presenti, i funzionari tedeschi sono presenti e cercano di occupare tutti i luoghi di potere delle istituzioni comunitarie. Possiamo contestare una scelta di questo tipo, visto che agiscono nel loro interesse? Il problema è che cosa facciamo noi e che cosa fanno gli altri paesi per rendere più equilibrata un’indispensabile unità europea. Noi italiani abbiamo fatto e facciamo tutto quello che possiamo per frenare l’occupazione da parte delle Germania? Adesso abbiamo un’occasione straordinaria con l’uscita del Regno Unito e già si vedono i tentativi della Francia e della Germania di riaprire un dialogo, con l’elezione di Macron e con la rielezione della solita Cancelliera, per assumere la guida dell’Unione europea. L’Italia ha una straordinaria opportunità, cioè quella di inserirsi nella fase iniziale di una nuova stagione, che sarà inevitabilmente quella di un’Europa a due velocità, dove alcuni ciclisti tirano il gruppo per arrivare il prima possibile a concludere la tappa. Politicamente, come italiani non possiamo permettere che siano solo la Francia e la Germania a essere nella testa del gruppo, ma per avere un’Europa più equilibrata ed efficace dobbiamo avere un’Italia presente e una Spagna presente. Questi, in- fatti, sono i quattro paesi che politicamente possono assumersi la responsabilità di guidare l’intero gruppo e questo per il numero di abitanti, per la centralità e per la storia che rappresentano. La politica del solo rigore non provoca risultati positivi per tutta l’Europa e quando si apre il dibattito tedesco sul ministro dell’economia è per fare una scelta che va nella direzione di un controllo rigoroso dei conti. 4. Intervento 67

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