Verona2017 CONVEGNO NAZIONALE La sfida alle democrazie occidentali

Allora ben venga una tassazione e ben vengano anche le sanzioni nei confronti di chi non rispetta determinate regole e servono anche delle azioni politiche per tu- telare questa economia reale. Stiamo discutendo con la Commissione e il Consiglio sulle norme anti dumping, perché se vogliamo competere a livello globale abbiamo il dovere di difendere le attività produttive dell’Europa, a cominciare dall’acciaio per passare alla ceramica, alle biciclette, ecc., dove siamo costretti a subire l’assalto da parte di industrie di paesi extraeuropei che lavorano senza rispettare le regole di stato, senza rispettare i diritti dei lavoratori e senza rispettare i diritti dei minori. Questi paesi, certamente per risolvere i loro problemi di sovra capacità produttiva, vengono a invadere i mercati europei senza alcun rispetto delle regole e questo si- gnifica che se non saremo capaci di adottare le giuste contromisure per far rispet- tare il principio della concorrenza noi vedremo cancellare dall’Europa la nostra industria siderurgica a favore di una industria con minori prezzi, che però, suc- cessivamente, saranno destinati a innalzarsi. In questo modo si avrebbe un danno al tessuto industriale e all’economia del- l’Unione europea; ecco perché serve anche qui fare una scelta politica complessiva strategica, che non può essere solo quella del commercio teorico. Il commercio è uno strumento per fare business e per permettere ai prodotti dell’industria di essere venduti, quindi anche la politica commerciale non può essere sbilanciata, che guarda solo agli interessi di una parte dell’Europa. L’industria e l’impresa fanno parte del dna dell’Europa. Quando noi parliamo di industria parliamo lo stesso linguaggio sia a Parigi che a Roma, o a Berlino, o a Varsavia, o a Madrid. La nostra cultura è una cultura di imprese ed è un modello di civiltà che nasce dall’homo faber, che costruisce e si mette in gioco. Voi siete tutti imprenditori e questa è anche una scelta culturale e di identità. Il modello industriale certamente deve essere rispettoso dell’ambiente, ma tutte queste cose si possono fare lo stesso, senza cambiare i trattati e facendo delle scelte politiche. 4. Intervento 69

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