tuzioni, parti sociali e investitori. Resta assolutamente valido questo detto. Ci stiamo comportando molto meglio. I dati del 2019 pubblicati nel giugno del 2021, due mesi fa, dal DESI, sull’Italia, ci davano in condizioni non buone, ma se guardate il Digital Riser Report del World Economic Forum, pubblicato a inizio settembre, troverete che, a livello di G7, l’Italia, nell’arco degli ultimi tre anni, è migliorata di ben 48 punti. Il risultato è incredibile, abbiamo preso 48 punti nel Mindset, cioè sulla comprensione dei problemi, e ne abbiamo persi 14 perché non abbiamo ancora agito. È stato già detto, ma lo ripeto. In questo decennio parlano i dati, è presente la nostra reazione. Vedete l’Italia nei sette. Siamo i secondi dopo il Canada. Perché risulta il numero 34? È la somma di +48 e -14. Anche per gli altri il dato è stato calcolato allo stesso modo. Quindi l’Italia nel digitale ha veramente fatto molto. Ora, il Governo italiano ha approvato, recentemente, non so se ne siete al corrente, una nuova norma, che prevede che entro il 2022 ogni azienda sopra i cento dipendenti dovrà avere il cosiddetto mobility manager. Il mobility manager deriva dal fatto che la digitalizzazione permette lo smart working, ma lo smart working viene regolato. Credo che resterà più smart working di quello che si preveda, perché la gente lavora molto bene da casa. Certo, non c’è più il team, non c’è più la squadra, l’équipe, però da casa si è comodi e iniziamo ad attuare una competizione internazionale straordinaria. Chi è fluente in inglese, in certi settori, riceve offerte di lavoro dalla Svizzera, dalla Finlandia, dal Canada, che offrono rilevanti stipendi per il lavoro a casa in Italia. Non è necessario neanche andare in Svizzera o in Finlandia per presentarsi, vengono assunti da lì. È chiaro che la competizione internazionale cambia la vita. Allora, il mobility manager servirà a molto perché le aziende si occupano della presenza fisica o meno e questo aspetto farà una grande differenza in molti settori. I cambiamenti ulteriori sono difficili da prevedere, perché la transizione su cui si è utilmente concentrato il Cardinale, la transizione etica, la transizione morale, la non corruzione, sono aspetti che io oramai do come una condizione che, dai Cavalieri del Lavoro è capita, recepita, è fatta propria. Perché? Perché senza etica, con la corruzione, non c’è futuro. La fine è sicura. La grande transizione 118
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