S.E. CARDINALE MATTEO MARIA ZUPPI Arcivescovo di Bologna Innanzitutto, devo ringraziare ovviamente. Quella che voglio condividere con voi è una riflessione su questo momento, su questi periodi che stiamo vivendo, indubbiamente così particolari. Io ricordo una conversazione. La prima volta che conobbi uno di voi, uno dei maggiori imprenditori della nostra città, essendo dello stesso anno, del 1955, abbiamo ricordato l’eredità che tanti di noi ha ricevuto, non soltanto di consegna di possibilità, di ricchezza, di futuro, ma soprattutto come testimonianza ed esempio. L’esempio di una generazione che ci ha preceduto, che ha vissuto la tragedia, quella vera pandemia – non perché la nostra non lo sia – quella pandemia madre di tutte le pandemie, che è la guerra e di cui potremmo dire che molti di noi sono figli. Generazionalmente parlando, molti che hanno ricevuto tanto dalla progenie. Noi non abbiamo vissuto la guerra. Paragonare la pandemia alla guerra sarebbe fortemente egocentrico. Salviamo sempre le proporzioni. Ma la responsabilità, sì. La responsabilità che abbiamo, sì. Credo che tanti che ci hanno preceduto in quel periodo terribile ci hanno lasciato un grande patrimonio di speranza, di futuro, di scelte, di rigore, senza nessun moralismo, che non ha mai convinto nessuno, ma di rigore di fare le cose che si dicono, di garantire, di dare il futuro e di sapere che il nostro futuro è insieme a quello degli altri. La generazione che ci ha preceduto, perché si pensava insieme ai propri operai e alle persone, molte volte sapeva e condivideva, proprio perché aveva vissuto quella tempesta della guerra, che se ne esce insieme, che soltanto insieme è possibile venir fuori e garantire per tutti i nostri figli, tutti, qualcosa che ancora non c’è. Ecco, io sento tanto, generazionalmente, la responsabilità di questo, di momenti di svolta, di momenti decisivi, come quello che stiamo vivendo, in cui ci sono delle possibilità che non ricapiteranno. C’è una consapevolezza diffusa. C’è un’attesa a cui corrispondere. C’è un grandissimo patrimonio etico che ci è stato consegnato e che molti di voi rappresentano con la loro storia, con quello che hanno saputo condividere con gli altri. La grande transizione 18
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