Oggi viviamo una fase diversa. Ieri, il presidente Sella ha detto che è un momento magico, un momento magico anche per le prospettive che si stanno delineando, all’interno del Paese, nelle opinioni dei cittadini. Questo è il clima di fiducia dell’Istat, quello monitorato mensilmente. Nella slide la linea in arancione è il clima economico, quindi sta crescendo la fiducia che la situazione economica possa migliorare, però non cambia molto dal punto di vista personale (Slide 18, pag. 42). Traduco: il Paese va bene, ma alla fine io non sto vedendo ancora risultati sulla mia vita. Poi, ancora, guardate il modo di raccontare il Paese. Vi ho riportato questa tabella allegata (Slide 19, pag. 43). Noi siamo presenti in 90 paesi. Facciamo questa ricerca mensilmente. Chiediamo alle popolazioni di ogni Paese di indicare un giudizio sullo stato dell’economia del proprio Paese. Guardate un anno prima del Covid: il 17% degli italiani esprimeva un giudizio positivo sull’economia dell’Italia. Eravamo preceduti da paesi come il Perù. Il 57% di popolazione esprimeva un giudizio abbastanza positivo sull’economia del loro Paese. Quindi: incapacità di riconoscere l’Italia e i suoi meriti. Oggi siamo al 39% (Slide 20, pag. 43). Sta cambiando qualcosa. In questi 25 paesi, noi realizziamo un barometro sul clima di fiducia. L’Italia è il Paese che fa segnare la crescita maggiore di fiducia dal gennaio 2020, inizio pandemia, a oggi. È vero che partivamo bassi, ma è altrettanto vero che i segnali di cui avete parlato, in realtà, sono segnali molto incoraggianti. Allora, la preoccupazione per il Covid è ancora presente, come abbiamo visto, sebbene in contrazione. C’è una ripresa di fiducia. Ci sono aspettative elevate per il PNRR, soprattutto da parte della classe dirigente del Paese. Però, c’è un dubbio: siamo consapevoli delle responsabilità che tutto ciò comporta anche a livello individuale? Quando parliamo delle fratture, quando parliamo dei giovani. Il presidente Sassoli de Bianchi parlava delle quote giovani, ma il tema è che il cambiamento e l’inclusione dei giovani passa attraverso sicuramente provvedimenti normativi, ma passa anche attraverso il cambiamento individuale. Nelle vostre aziende, quante persone sono disposte – e non mi sto riferendomi ai dirigenti – ad avere un collega giovane che viene premiato o viene pagato di più 2. Relazioni di scenario 31
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