Da ex manager, se io sapessi che i miei concorrenti all’estero pagano per una materia prima, per un componente, di più di me, mi chiederei se sto pigliando la qualità giusta. Stiamo investendo abbastanza nei nostri ragazzi? Stiamo mettendo abbastanza attenzione a prendere quelli che poi ci porteranno quell’innovazione necessaria? La terza domanda è la formazione. Qui, parlando con il cappello pubblico, ovviamente siamo i primi colpevoli, perché investiamo poco in formazione, molto poco. Non è che, però, il sistema Italia in generale investa molto in formazione, soprattutto in quella digitale e tecnologia, ma anche più in generale. Pagnoncelli parlava dell’innovazione che i ragazzi portano quando vengono messi in azienda. Io ero recentemente a una riunione di giovani e un giovane imprenditore giustamente ha detto: “Non potete fare gli imprenditori oggi, se non sapete che cos’è Slack; non potete fare gli imprenditori oggi, se non avete sistemi digitale di work o management che usate voi stessi; non potete fare gli imprenditori, se tutta la vostra azienda non funziona con il cloud e con drive condivisi eccetera”. Allora, di nuovo, domando a una platea di imprenditori – e il panel successivo potrà svilupparlo – se non dobbiamo anche, oltre che investire in queste grandi piattaforme, che come Stato stiamo cercando di mettere a disposizione del Paese, darci anche un grande obiettivo di inserimento di giovani, inserimento di giovani di alta qualità e anche liberare le energie che questi giovani hanno per realizzare quel miglioramento soprattutto delle piccole e medie imprese di cui il Paese ha bisogno. Questo non perché siamo solo buoni e giusti nei confronti dei giovani, ma anche perché i dati ci dicono che l’Italia fa poche patenti e pochi brevetti, la metà rispetto a Francia e Gran Bretagna e, credo, un quinto rispetto alla Germania addirittura. Spendiamo meno in ricerca, in R&D di business, rispetto agli altri paesi, di nuovo con numeri che sono circa la metà rispetto ai due paesi di riferimento e significativamente inferiori rispetto alla Germania. Quindi, PNRR, grande investimento infrastrutturale, reti, cloud, infrastrutture, anche competenze di base. Sicuramente stiamo investendo molto, come Stato, nel potenziare la parte umana, ma da parte mia c’è grande raccomandazione e richiesta La grande transizione 70
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