oggi, due su tre, quindi circa il 70%, faranno un mestiere che oggi non esiste e non abbiamo idea di come sarà quel tipo di mestiere. Quindi è chiaro che siamo di fronte a un quadro che dovremmo chiamare di grande responsabilità più che di grande transizione, perché presa coscienza di questo momento così elettrizzante, così incredibile, dopo 4 miliardi e mezzo di anni, che possiamo raccontare, dobbiamo dare ai giovani quella speranza, quell’entusiasmo che adesso manca o, meglio, quella consapevolezza che adesso manca, perché sono sopraffatti da una serie di problematiche che loro non capiscono. I giovani non possono capire i tre dati che ho appena elencato, però sta a noi trasmettere loro quell’entusiasmo, quella voglia di lavorare in gruppo, quella voglia di affrontare problemi nuovi, perché non ci sarà una professione domani, ne esisteranno una miriade. Quindi dovranno risolvere problemi che oggi non esistono. Già da piccoli, devono capire che devono saper affrontare i mutamenti con entusiasmo e non con paura, come abbiamo fatto noi, che siamo i loro genitori, i loro predecessori. Quindi interrompo il mio intervento con questo tipo di messaggio. È chiaro che per far questo – è stato detto da tanti interlocutori più importanti di me – ci sono due tipi di responsabilità. Una è delle istituzioni, che devono saper mettere in campo le risorse affinché le tecnologie in digitale e tutto ciò che sta sopravanzando siano regolamentate, altrimenti di questo passo le generazioni saranno in qualche modo soverchiate, saranno superate dalle stesse nostre tecnologie. È questione di pochi decenni. Pensate quello che è avvenuto soltanto negli ultimi 20 anni e immaginate cosa potrà avvenire nei prossimi 20 o 200 anni. È pazzesco. Se non ci prepariamo eticamente, moralmente e a livello regolamentare a gestire queste tecnologie, a investire risorse in queste tecnologie, saranno loro la nuova specie artificiale vivente che supererà noi e noi saremo visti alla stregua, più o meno, delle formiche come noi vediamo questi insetti oggi. Il secondo aspetto è investire nella formazione. Per fare questo, soltanto i giovani potranno capire come affrontare questo passaggio epocale e quindi dobbiamo, sin dalle scuole primarie, dalle scuole materne, trasmettere l’entusiasmo, la curiosità, il senso civico, la meritocrazia, l’amore per l’ambiente e la sostenibilità. 3. Transizione digitale e giovani 77
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