– è di questa enorme popolazione di giovani che magari studia, fa l’università, ma poi in qualche modo non riesce a trovare un contesto nel quale costruire il proprio successo individuale e quindi, spesso, va fuori. Noi siamo partiti da questo. Il 60% dei giovani, in Italia, non riesce a trovare lavoro e ci siamo detti: “Come possiamo provare a invertire un po’ questo trend?”. Partendo dal basso. Allora abbiamo provato a costruire un luogo che mettesse insieme chi si occupa di innovazione, che fossero start-up, grandi imprese, persone individuali. L’obiettivo era metterle insieme. E se ci pensate, non è nulla di nuovo. Questa cosa avveniva con i distretti industriali, ancora prima con i circoli letterari, se vogliamo, ancora prima con le corti mecenati. I talenti hanno bisogno di scontrasti tra di loro, di contaminarsi. Anche se, durante il Covid, la parola “contaminazione” non risulta così bella. Il problema vero è il supporto al talento che noi come Paese diamo, talento di tutte le età. Noi, in queste settimane, stiamo lanciando un percorso per over 45 di reskilling, perché ci siamo resi conto che persone che hanno due anni di disoccupazione alle spalle potevano ancora essere reinserite, anche se in un’età più avanzata, all’interno delle aziende, per esempio, nella parte di elaborazione dei dati, perché la tecnologia non è solo automazione, ma è soprattutto tanto lavoro dietro, anche manuale, per far sì che i dati siano al posto giusto. Lo facciamo con i ragazzi. Siamo arrivati a formare più di 1.500 persone ogni anno sulle nuove professioni digitali. Il 98% di loro trova un lavoro entro la fine del corso. Sono numeri piccoli ancora, ma sono un simbolo che anche in Italia si può agire. Non bisogna andare ancora alla Silicon Valley, ma basta semplicemente provare a dare un’opportunità a coloro che sono qua. Abbiamo tanti giovani, tanti giovani bravi, e meno giovani, questo non solo per un senso di ridare qualcosa al Paese, ma soprattutto per pensare che le aziende di oggi, se non investono sul futuro, se non investono nel capire cosa vogliono essere tra dieci anni, probabilmente tra dieci anni la realtà che oggi vivono sarà totalmente diversa. Quindi investire nel digitale non è dire “Devo fare qualcosa o devo ridare qualcosa ai giovani”, ma è un modo per garantire successo nel medio-lungo termine alla propria impresa. La grande transizione 82
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