Questa credo sia la sfida del nostro Paese. Capire che non è un give back soltanto per fare give back, ma è un investimento strutturato in ricerca e sviluppo, che, come citava prima il ministro Colao, purtroppo è ancora troppo basso, soprattutto quando parliamo di tematiche tecnologiche, in cui tutte le aziende – e ancora di più il Covid ce l’ha fatto capire – sono fortemente imparentate. Dobbiamo fare qualcosa in modo pratico, partendo dai nostri territori. MYRTA MERLINO Grazie. Grazie anche del tempismo. Voglio un riprendere anche con Riffeser Monti il discorso fatto prima con Colao, sul tema “Non siamo dei fuoriclasse, ma lo vogliamo diventare”. C’è tanto orgoglio dentro questo meccanismo che dovrebbe portarci fuori dalla tempesta migliori – perché è questo che dobbiamo pensare, che questo è il momento, è la grande occasione – e di base c’è il tema dell’informazione. È un tema centralissimo, anche perché siamo bombardati in ogni istante da dati. A me arrivano 50 comunicati di agenzie ogni secondo. Siamo tutti dentro un’overdose informativa, noi in particolar modo, ovviamente. Però, dentro questa overdose informativa, rischiamo un po’ di perdere la bussola, rischiamo di essere sovrastati anche dalle notizie e dalla capacità di selezionare le notizie vere da quelle non vere, notizie anche fatte circolare ad arte. Ci sono tanti elementi e aspetti che intervengono. Arriviamo persino al grande tema della nostra libertà. In qualche modo, in questo momento storico è stata molto forte la sensazione di avere una disinformazione che viaggiava su altri canali, che i grandi editori non riuscivano a controllare. Anche questa idea molto forte sulla disintermediazione è stata dentro la politica, ma è stata anche dentro l’informazione. Quindi c’è stata l’idea che anche il nostro ruolo di giornalisti, quindi di intermediari, fosse in una certa misura superato. Io ho la sensazione che dopo questi mesi così complicati, invece, per quanto ci riguarda, il giornalismo sia molto vivo, necessario e la gente comincia a sentirlo e a capirlo. 3. Transizione digitale e giovani 83
RkJQdWJsaXNoZXIy NDY5NjA=