Bologna 2021 - Convegno Nazionale "La grande transizione"

novazione incrementale indotta, che credo sia propria della transizione, perché noi non abbiamo tutte le risposte e tutte le tecnologie, ma abbiamo la possibilità sui nostri territori di giocare una partita importante sulle nostre filiere. L’Italia, per come è strutturata, è particolarmente adatta a questo. Nella bioeconomia, abbiamo dei primati importanti. Siamo il terzo Paese per valore economico, ma siamo secondi nella ricerca, siamo primi nella biodiversità e in prodotti ad alto valore aggiunto. Nell’agricoltura, siamo quella con meno impatto in Europa. Chiaramente, siamo in prima linea sul fronte del cambiamento climatico. Quindi, a maggior ragione, per la nostra competitività, dobbiamo giocare questo ruolo importante. Per fare questo, servono progetti di territorio inclusivi, con filiere integrate, che possano moltiplicare i prodotti della filiera, quindi non un solo prodotto, ma andare a capire che dalla chimica, dalla fisica, dalle biotecnologie, e da tutto quello che si può ricavare dagli scarti e non solo, perché questo riguarda la parte dei depuratori e anche il trattamento del carbonio organico, liquido e solido, si creano attività in cui l’Italia, per fortuna, è già a livelli importanti a livello europeo. Noi recuperiamo il 47% di rifiuto alimentare contro il 16% europeo e il 26% della Germania. Quelle sono materie prime che possono essere trasformate con la nostra potenza di idee e di innovazione, quindi credo che le radici del territorio e la testa rivolta al mondo siano un’opportunità incredibili per il nostro Paese. Noi partiamo anche da una piattaforma che ha fatto i suoi compiti molti anni fa. Quindi è una piattaforma su cui anche le start-up si possono innestare, perché esiste una piattaforma forte di accelerazione, che diminuisce anche il rischio di perdita di aziende giovani, perché c’è appunto un tessuto connettivo importante su cui si possono innescare le altre tecnologie: la digitalizzazione, l’intelligenza artificiale, la chimica, le biotecnologie e così via. In assoluto è importante che ci sia integrazione di conoscenze e non solo, è basilare mettere insieme tutte le attività Sten anche nelle scuole. Quindi la formazione è importantissima. Non possiamo dimenticare, però, la parte umanistica, economica dello sviluppo, perché altrimenti le macchine che produrremo sarebbero, come dice Galileo di Brecht, dei “triboli per l’umanità”. Quindi dobbiamo essere visionari, pensare a La grande transizione 96

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