Anche se la situazione congiunturale e le tensioni internazionali sembrano ridefinire le priorità, il tema della sostenibilità rimane centrale nelle strategie delle aziende perché strettamente collegato alla creazione di valore di lungo periodo». È la convinzione di Tiziano Ceccarani, chief financial officer di Atlantia, holding di partecipazioni nelle infrastrutture per i trasporti e nei servizi per la mobilità, che ha da poco pubblicato il Sustainability-Linked Financing Framework, documento che ratifica la piena integrazione della sostenibilità nella strategia di finanziamento dell’intero gruppo. Lo strumento, costruito con il supporto di Cacib (Crédit Agricole Corporate e Investment Bank) come Esg advisor, contiene obiettivi chiari, definiti e misurabili sull’intero portafoglio di attività gestite, per consentire un monitoraggio costante dell’avanzamento di programmi e iniziative industriali per attuare la transizione energetica dei propri asset. Un approccio in linea con le direttrici strategiche di sostenibilità e innovazione indicate anche dal presidente di Edizione, Alessandro Benetton, al momento del lancio dell’Opa su Atlantia. «Nella definizione del framework, sviluppato sulla base degli impegni assunti anche dalle nostre controllate, ci siamo mossi nella consapevolezza che nei settori in cui operiamo la sostenibilità è un impegno fondamentale per il futuro del nostro business e il framework ci permette di rendere questo impegno ancora più concreto, collegando tutte le attività di finanziamento della società agli obiettivi di sostenibilità dell’azienda», sottolinea Ceccarani. Per poi ricordare che questa iniziativa si inquadra in un percorso globale della società italiana sul tema della sostenibilità, che tra le altre cose ha portato Moody’s a includerla nell’1% delle multinazionali più avanzate sul fronte Esg (acronimo utilizzato per indicare le strategie imprenditoriali focalizzate sull’ambiente, l’inclusione sociale e le buone regole di governance).
Tra gli impegni assunti, il dimezzamento entro il 2050 delle emissioni dirette di anidride carbonica sull’intero portafoglio di attività, in linea con quanto previsto dalle conferenze Onu sul clima, con l’obiettivo di contribuire a limitare il riscaldamento climatico. Questo scopo è integrato da altre due metriche come il taglio alle emissioni indirette da parte delle principali controllate Abertis (concessioni autostradali detenute da Atlantia, in partnership con la spagnola Acs) e Aeroporti di Roma, nonché l’impegno a gestire nel lungo termine la transizione energetica degli asset in portafoglio per contrastare il cambiamento climatico anche attraverso il progressivo utilizzo di energia da fonti rinnovabili con il contestuale abbandono delle fonti fossili.
«Con il framework confermiamo, anche sotto il profilo del business, l’impegno al rispetto degli obiettivi Esg stabiliti lungo un percorso di trasformazione all’insegna della responsabilità e della trasparenza», sottolinea Katia Riva, chief sustainability e innovation officer. Per quanto riguarda il fronte sociale, Atlantia – sulla quale oggi si riapre una finestra di cinque giorni per chiudere l’Opa lanciata a ottobre da Edizione e Blackstone e finalizzata al delisting della società – riafferma il suo impegno ad abilitare concretamente la parità di genere nel settore infrastrutturale, soprattutto fra i ruoli apicali. La prevista uscita dalla Borsa non limita dunque la validità del documento, che potrà essere applicato a tutti i finanziamenti della società. Gli impegni presi comporteranno dei costi, ma con ritorni positivi nel medio periodo, anche sul piano degli economics. Riva ricorda come la holding presieduta da Giampiero Massolo sia stata la prima in Italia ad aver sottoposto al voto assembleare il Climate action plan, approvato con oltre il 98% dei voti. Un passo presentato dalla società non solo come tema di sostenibilità, bensì di sviluppo strategico del business. Il che vuol dire indicare gli obiettivi di lungo termine dell’azienda, nonché concretizzare il ruolo sociale di un gruppo che è attivo in ambito di interesse diretto per le comunità, come la mobilità e i trasporti.
E anche introdurre un elemento di chiarezza in uno scenario in cui tanto si parla di sostenibilità, ma non sempre si forniscono strumenti per interpretare i risultati ottenuti. La società ha preso l’impegno di portare le attività in portafoglio a zero emissioni dirette entro il 2040, anticipando dunque di dieci anni gli impegni dell’Accordo di Parigi sul Clima, e per farlo punta su vari interventi, dalla progressiva elettrificazione dei 3 mila mezzi di trasporto a disposizione al crescente utilizzo di energia da fonti rinnovabili, per arrivare al100% dell’alimentazione energetica green.
Articolo pubblicato il 21 novembre da La Repubblica