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“Automazione e meccanica UNICA REGOLA: INNOVARE” di Gianfranco CARBONATO | Civiltà del Lavoro 1/2024

11.06.2024

Articolo pubblicato nella rivista n.1/2024 di Civiltà del Lavoro

 

Negli ultimi anni l’Italia ha costantemente rafforzato la sua posizione di paese esportatore e si stima che nel 2023 l’export abbia superato un terzo del Pii. Sebbene non si sia ancora raggiunto il livello della Germania, dove la quota di export vale circa il 50% del Pii, il progresso italiano è costante, anche in relazione alla diversificazione dei mercati di destinazione. Questo ci consente di superare le difficoltà riscontrate in alcuni paesi come la Cina e la Russia. Una delle chiavi di questo successo è il cosiddetto made in ltaly, che viene normalmente associato alle eccellenze italiane nel settore della moda e del lusso. Un termine spesso usato è quello delle quattro “A”: alimentare, abbigliamento, arredamento e automazione. Quest’ultimo settore, riguardando beni strumentali e non di consumo, è meno noto al grande pubblico ma è, fra i quattro, quello che pesa di più in termini di export, con una quota di circa 35 miliardi di euro nel 2022 (fonte Anima). Di questo settore, il solo segmento macchine utensili, robot e automazione rappresentava, nel 2022, 7,3 miliardi di produzione, di cui circa il 50% destinato all’export. Prima Industrie, di cui sono stato fondatore e sono tuttora presidente esecutivo, è una delle principali aziende di questo comparto.

I prodotti sono macchine laser e sistemi per la lavorazione della lamiera, realizzati negli stabilimenti situati in Italia, Finlandia, Stati Uniti e Cina e commercializzati e assistiti da una rete di filiali e uffici distaccati in oltre 80 paesi nel mondo. La quota di fatturato generata dalle esportazioni rappresenta circa il 90%. I settori dell’automazione e della meccanica strumentale sono caratterizzati da un elevato tasso di innovazione, in particolare nelle tecnologie digitali (Industria 4.0) e, più recentemente, da una forte spinta verso la sostenibilità ambientale (Transizione 5.0). Le aziende italiane coinvolte sono circa 1.600 (fonte Siderweb), con un fatturato complessivo di oltre 90 miliardi di euro e sono prevalentemente di medie dimensioni con una forte capacità innovativa e con una vocazione internazionale. L’Italia si posiziona come quarto produttore mondiale nel settore dell’automazione e della meccanica strumentale, con principali concorrenti rap­presentati prevalentemente da aziende tedesche, giap­ponesi e, più recentemente, cinesi.
Queste ultime sono in forte crescita (in particolare nei macchinari stand-alone di alto volume) grazie ai ri­dotti costi di produzione e ai forti incentivi governativi (China 2025).
I principali mercati esteri di destinazione dei prodot­ti italiani sono gli Stati Uniti, la Germania e la Francia in Europa e la Cina stessa in Asia.
Il mercato mondiale dell’automazione mostra una cre­scita costante (mid-high single digit) e rientra nella de­finizione di “secular growth”, spesso usata dagli analisti finanziari. È tuttavia un mercato derivativo rispetto alla variabile primaria dell’andamento del Pii, in quanto gli investimenti risentono in modo più marcato del clima di fiducia economico rispetto ai beni di consumo o in­termedi. A titolo di esempio, la nostra azienda nel 2020 (anno del Covid) ha subito un calo del fatturato del 20% circa rispetto al 2019, ma nel triennio 2021-2023 ha regi­strato una crescita complessiva del 70% rispetto al 2020. Questa caratteristica derivativa spesso non piace agli in­vestitori finanziari e non è inusuale che queste aziende, pur essendo così tecnologiche e internazionali, non re­gistrino sui mercati azionari l’apprezzamento che inve­ce meriterebbero.
Guardando al futuro, le criticità che dovremo affrontare sono principalmente due: la concorrenza dai paesi low cost (soprattutto la Cina, ma in prospettiva anche l’In­dia) e la dimensione media delle nostre imprese, sensi­bilmente inferiore a quella dei nostri concorrenti tede­schi e giapponesi.
Le soluzioni al primo problema si possono trovare in un continuo investimento in ricerca e innovazione, in mo­do da mantenere un vantaggio competitivo rispetto ai nuovi entranti, e nell’evoluzione dell’offerta da macchi­ne singole a sistemi integrati con tecnologie come l’loT, il Cloud e, recentemente, l’IA generativa. Per raggiunge­re questo obiettivo è indispensabile promuovere la for­mazione dei nostri giovani, indirizzandoli verso le lauree Stem e/o gli istituti ITS.
Il tema dimensionale invece non può che essere affronta­to favorendo l’aggregazione fra imprese, i processi m&a tendenti a creare campioni nazionali sui mercati globa­li e il rafforzamento delle filiere fra imprese trainanti e i loro principali partner e fornitori.

Naturalmente, oltre all’ingegno italiano che ci viene uni­versalmente riconosciuto, occorre migliorare continua­mente la qualità e le prestazioni dei nostri prodotti e la loro competitività sul mercato. Questo vale in generale per tutta l’economia italiana.
Una delle principali componenti della competitività è rap­presentata dall’efficienza del parco macchine installato nelle aziende manufatturiere del nostro Paese.
In Italia, prima degli stimoli agli investimenti innovati­vi di Industria 4.0, il parco macchine installato era fra i più vetusti in Europa (oltre 15 anni di vita media). Oggi la situazione è migliorata, anche se non esistono stati­stiche recenti al riguardo, ma molto resta ancora da fa­re. Si auspica, anche alla luce del focus su sostenibilità e decarbonizzazione, che il nuovo piano Transizione 5.0 possa costituire un forte stimolo, possibilmente strut­turale nel tempo, a investire per la competitività delle nostre imprese e del nostro Paese.

Gianfranco Carbonato è stato nominato Cavaliere del Lavoro nel 2007. È fondatore e presidente di Prima Industrie, a capo di un gruppo leader a livello mondiale nel settore delle macchine laser e per la lavorazione della lamiera, delle sorgenti laser, dell’elettronica industriale e dell’additive manufacturing.
Oltre 1.700 dipendenti, con stabilimenti produttivi in Italia, Finlandia, Cina e Stati Uniti e una vasta rete distributiva in tutto il mondo

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