Articolo pubblicato nella rivista n.1/2024 di Civiltà del Lavoro
In qualità di imprenditore, animato da un necessario spirito ottimista, ritengo fondamentale fare una premessa nel contesto globale che attualmente ci circonda. Malgrado la gravità dei conflitti bellici in essere, purtroppo in pericolosa strisciante estensione, le economie dei paesi, da Oriente a Occidente nel loro insieme, dimostrano incredibilmente una notevole resilienza.
Immaginiamo allora, in assenza di tali conflitti, quale forte impulso benefico potrebbe derivare dalle economie mondiali in costante progresso in assenza di tali guerre.
In questo scenario, dove malgrado si tenda a rimarcare il divario tra ricchi e poveri, si sottace che il benessere generale stia migliorando. Inoltre, le capitalizzazioni di Borsa che sono all’origine di persone ricche, spesso provengono da individui di umili origini che grazie alla loro creatività e impegno hanno contribuito a creare milioni di posti di lavoro. Naturalmente, le criticità ben note che indeboliscono le potenzialità di crescita in diversi settori, incluso il nostro, potrebbero essere affrontate con successo.
La burocrazia, la mancanza di visione politica nel favorire la crescita dimensionale delle imprese, il peso contributivo e fiscale che in Italia favorisce l’esodo di molte attività in altri paesi più competitivi rappresentano sfide significative, ma anche opportunità di forte incentivo per gli investitori, sia italiani che stranieri.
Nel nostro settore di trasporti e logistica, emerge un problema persistente, dove la dimensione d’impresa è la più bassa d’Europa, nonostante il trasporto su gomma rappresenti 1’8o% delle merci movimentate in Italia, e il trasporto su ferrovia e mare rappresenta una percentuale più ridotta. Questo svantaggio dimensionale si traduce, però, in inefficienza organizzativa, favorendo una concorrenza internazionale agguerrita che, acquisendo quote di mercato, indebolisce il sistema Paese sotto il profilo valutario e impatta negativamente sull’export. Va sottolineato che questo indebolimento ha ripercussioni anche sulla sicurezza, con pericolose scorciatoie sull’impiego eccessivo o disordinato di mezzi e personale nell’espletamento delle funzioni assegnate.
Affrontare queste sfide, correggere le criticità e promuovere una crescita sostenibile sono compiti essenziali per garantire un futuro prospero e sicuro per il nostro settore e per l’intero Paese.
Nonostante le quattro gravi crisi che hanno segnato il sistema dei trasporti, è notevole osservare come esso abbia saputo reggere molto bene il fortissimo impatto, dimostrando una notevole resilienza ed elasticità dei mercati, inizialmente collassati (rimasti fermi per quasi due anni) e successivamente con una ripresa incredibilmente rapida.
Gli impatti della crisi di Suez sono importanti, basti vedere la riduzione delle merci provenienti dai porti, che ha superato in alcuni casi il 20%, e l’incremento dei noli. Il Canale di Suez rappresenta una via strategica ed essenziale per il commercio internazionale, considerando che il 12% degli scambi globali transita attraverso quella porzione di mare.
L’import ed export italiano, che attraversa il Canale di Suez, ammonta a oltre 148 miliardi di euro, con circa 93 miliardi di euro in importazioni e 53 miliardi di euro in esportazioni. Le merci italiane che seguono questa rotta costituiscono oltre il 15% delle importazioni totali dall’estero e quasi il 9% delle esportazioni totali. Naturalmente, le aziende con radici solide riescono a riflettere queste sfide nei loro prezzi, mentre le commodities ne sono impattate più severamente per l’incapacità di ammortizzarle e di recuperare le perdite dai mercati. Le aziende logistiche si distinguono per la loro capacità di offrire servizi impeccabili, soprattutto nei momenti critici delle catene logistiche. Il Gruppo Marcevaggi, che quest’anno compie 90 anni di attività nel settore, si distingue come spedizioniere vettore con un mix eccezionale di servizi. La nostra flotta interna e le collaborazioni esterne ci consentono di fornire soluzioni flessibili in risposta alle esigenze dinamiche del mercato.
Sul fronte marittimo operiamo come spedizionieri, offrendo al cliente soluzioni alternative libere da rigidi vincoli legati a navi o rotte predefinite. Il nostro focus è su prodotti speciali, quali prodotti chimici, offrendo innovative soluzioni di deposito intermedio.
Il nostro Gruppo ha investito strategicamente in depositi intermedi autorizzati, in grado di stoccare in modo sicuro prodotti in tank container, incluso il trasporto di merci pericolose. Questa iniziativa si configura come una soluzione fondamentale, offrendo una sorta di “polmone” per ogni prodotto, garantendo all’industria performance e competitività senza compromessi. Sebbene nessuno possieda una sfera di cristallo, possiamo cercare di interpretare le cause della crisi attuale analizzando gli eventi che l’hanno innescata: la crisi nasce dagli attacchi locali condotti dal gruppo di ribelli yemeniti Houthi, sostenuti dall’Iran. La regione in questione è notoriamente delicata e instabile, ma la presenza di un sistema marittimo consolidato, alleanze globali e interessi economici rilevanti sul Canale fanno sperare che si tratti di mesi e non di anni, sempre ché non si ricada in un allargamento della crisi politica.
In una situazione come questa, la tecnologia non si traduce necessariamente in una spedizione più rapida (considerando l’incremento del 40% nei tempi della tratta marittima) o in una diminuzione dei costi (che inevitabilmente aumentano), ma piuttosto si rivela preziosa nel migliorare l’analisi delle alternative, la pianificazione, la trasmissione di informazioni e la comunicazione con i clienti. Questo può rappresentare un vantaggio per le grandi organizzazioni, ma spesso le piccole e medie imprese in Italia, numerose ma fragili, trovano difficoltà a causa della frammentazione del sistema. Non bisogna sottovalutare il contributo fondamentale che la tecnologia offre, poiché in certi contesti la gestione delle informazioni può rivelarsi persino più critica dell’oggetto sottostante. Ritengo che la crisi del Canale di Suez, se non dovesse essere risolta nel breve periodo, possa essere affrontata gradualmente attraverso la ridefinizione delle fonti di approvvigionamento e delle forniture di materie prime. Ciò è analogo a quanto avvenuto con l’interruzione dei metanodotti russi Nord Stream , e 2, che fornivano praticamente l’intera Europa.
Questo adattamento si rifletterà anche nei prodotti finiti, che potrebbero richiedere spostamenti logistici dei siti produttivi.
Le aziende, tuttavia, saranno in grado di trovare modalità alternative per non perdere i rispettivi mercati, dimostrando una resilienza nel riorientare le proprie strategie di approvvigionamento e distribuzione.
Emanuele Remondini è stato nominato Cavaliere del Lavoro nel 2021. Dal 1984 è presidente del Gruppo Marcevaggi, azienda di famiglia attiva nella logistica e nel trasporto di prodotti chimici e di rifiuti speciali. Sotto la sua guida la flotta è aumentata da 220 unità a 2. 000 mezzi. Ogni anno il gruppo movimenta oltre 400mila tonnellate via mare e 3.500. 000 tonnellate via terra. Il gruppo ha aumentato i dipendenti da 195 a 540. Il modello di logistica sostenibile da lui sviluppato ha diminuito di oltre il 27 % le emissioni di CO2