Come milioni di italiani anche Carlo Messina da un mese lavora «da casa, con totale efficacia ed efficienza, al pari di quasi tutti i nostri 100 mila dipendenti – racconta l’amministratore delegato di Intesa Sanpaolo -. Il vero limite, per me, è non poter guardare negli occhi le persone per trasmettere al meglio i messaggi di empatia e di forza più che mai centrali in questo momento». Secondo il banchiere romano «se l’Italia si gioca bene questa grave crisi potrà uscirne anche rafforzata: ma a patto che ognuno faccia in pieno la sua parte, sia di cittadino sia di elemento attivo del sistema economico». 11 che a suo parere vuol dire: aumentare le donazioni per l’emergenza. E l’Italia sfrutti il suo grande patrimonio immobiliare («rischiamo 10 milioni di poveri, e in quel caso rialzarsi sarà molto più difficile»); ricapitalizzare le imprese per tutti i proprietari che hanno accumulato ricchezza «in Italia e ancor più all’estero»; ridurre il debito pubblico cartolarizzando parte del patrimonio immobiliare, con l’ausilio di quel che verrà dall’Europa, e che «se passasse dalla Bei potrebbe portare a un contributo di finanziamenti fino a 100 miliardi per il Paese, senza alcuna condizionalità»