Il ruolo del Mediterraneo non è più solo quello storico di “culla di grandi religioni e di grandi civiltà”, ma ha assunto sempre più quello di teatro di incontro e di scontro da cui traggono origine oggi gran parte dei problemi che travagliano il mondo occidentale. Un contesto nel quale l’Italia è destinata ad assumere un ruolo di crescente responsabilità per assicurare equilibrio e stabilità a livello internazionale per una pacifica convivenza tra i popoli.
Questi temi di stringente attualità sono stati trattati dal presidente della commissione Esteri del Senato, Pierferdinando Casini, ospite dell’incontro svoltosi il 5 maggio scorso a Roma ad iniziativa del Gruppo Centrale della Federazione dei Cavalieri del Lavoro.
Le minacce del terrorismo, le crisi in Siria , Libano e Libia, gli elementi di instabilità introdotti dai rapporti con la Turchia e il Cremlino, si inseriscono in un contesto estremamente mutevole e tale da richiedere risposte e competenze – ha detto il presidente del Gruppo Centrale Vittorio Di Paola nell’introdurre l’ospite – di cui il senatore Casini, nella sua lunga esperienza politica, ha dato prove e brillante testimonianza.
Il Mediterraneo – ha osservato in particolare Casini – è al centro di un fenomeno sempre più inarrestabile di migrazione di popoli che vogliono non solo abbandonare i teatri di guerre e di violenza ma che con l’esplosione del fenomeno di Internet, potente volano della globalizzazione, anelano a conquistare il mito del benessere e quindi a trasferirsi nei paesi del nord Europa. Ecco perché tale situazione, fino a ieri contenuta e gestibile, ha oggi assunto dimensioni che sarà sempre più difficile arginare. Bastano poche cifre a fotografare questa realtà: 800-900 milioni di persone al mondo vivono con meno di 1,25 dollari al giorno ed il 48 per cento della ricchezza mondiale è detenuta dall’un per cento della popolazione.
Una vera e propria marea umana viene pertanto sospinta verso il nord Europa. E Italia e la Grecia, per la loro posizione geografica, subiscono il primo impatto di questa migrazione epocale. Entrambi i paesi sono quindi interessati a far sì che l’Europa funzioni e in tale ottica la nostra classe politica deve svolgere anche un grandissimo lavoro di carattere pedagogico.
Casini ha quindi passato in rassegna, in rapida sintesi, un efficace quadro della rete di rapporti e di interessi che portano i paesi europei a confrontarsi con le problematiche esplose nei Balcani, nella Siria di Assad, con le ambigue posizioni dell’Arabia Saudita nei confronti dei terroristi dell’Isis, con la Turchia in relazione al problema dei migranti. Il tutto senza trascurare il sempre più rilevante aspetto economico che grava sulla realtà del Mediterraneo, soprattutto per ragioni energetiche. Un insieme di problemi geopolitici drammatici che – ha concluso il Presidente della commissione Esteri del Senato – bisogna comunque cercare di affrontare e risolvere nel modo migliore.
Il vivace intervento del senatore, reso ancora più efficace da una serie di puntuali immagini dei quadranti mediterraneo, africano e mediorientale, ha raccolto spunti di riflessione da parte di alcuni dei presenti. In particolare, il Cavaliere del Lavoro Roberto Poli, alla luce degli insuccessi collezionati dalle politiche degli europei nei confronti di Saddam , Gheddafi e Mubarak, ha auspicato che tali esperienze negative non si ripetano rendendo ora ingestibile il problema degli immigrati. Il Cavaliere del Lavoro Fulvio Conti ha messo in guardia sui rischi di un accentuarsi dei fondamentalismi religiosi che trovano un facile terreno di coltura nella ignoranza dei popoli e più direttamente nel ruolo negativo spesso giocato dai regnanti sauditi. Il Cavaliere del Lavoro Luigi Fiori si è interrogato sul ruolo effettivo svolto in Libia dalla Francia, e sulla assenza, sempre nel paese africano, di una linea politica univoca a livello europeo.