Ultimati gli studi tecnici, entrò nell'azienda paterna, ad Arzignano (Vicenza), dandole un nuovo impulso. Alle tradizionali costruzioni meccaniche, infatti, affiancò la produzione di pompe centrifughe, che assunse subito una grande importanza. Dopo la prima guerra mondiale gli stabilimenti, che erano stati utilizzati per realizzare proiettili d'artiglieria, furono ricostruiti, acquistando nuovi macchinari. Iniziò una prodigiosa ripresa per l'azienda, che vide prima l'estensione dell'attività ai ventilatori industriali, quindi ai motori elettrici e, infine, alle macchine elettriche in genere. Aprì altri stabilimenti in tutta la provincia di Vicenza, occupando, nel secondo dopoguerra, fino a 2800 dipendenti circa. Assieme ai suoi collaboratori registrò un notevole numero di brevetti in campo idraulico ed elettrico. La sua attività e i suoi studi gli valsero una laurea h.c. in ingegneria elettrotecnica, conferitagli dall'Università di Padova.