“Le aziende vinicole dei Cavalieri del Lavoro rappresentano molto bene il made in Italy nel mondo. Il vino di qualità è davvero un fiore all’occhiello del Belpaese e questo è per noi motivo di grande orgoglio”. Giacomo Rallo, presidente e fondatore dell’azienda vitivinicola siciliana Donnafugata, è l’organizzatore dell’ultimo incontro annuale dei Cavalieri del Lavoro produttori di vini. Un appuntamento nato come momento conviviale, ideato dal Cavaliere del Lavoro Bruno Ceretto, e subito divenuto una importante occasione di confronto e analisi del comparto. La quarta edizione della manifestazione si è tenuta a novembre scorso in Sicilia, presso le Cantine storiche di Donnafugata, il cui patron, Rallo è convinto, oggi come ieri, della necessità di investire sui nuovi canali della comunicazione digitale per conquistare nuove fette di mercato e incrementare il fatturato.
Può tracciare un bilancio dell’ultimo incontro?
“Ho avuto il privilegio di fare gli onori di casa presso le cantine della mia famiglia, a Marsala, a dimostrazione del ruolo che la mia regione, dopo gli incontri in Piemonte e Puglia, è riuscita a guadagnarsi nel panorama dell’enologia italiana. Le cifre della manifestazione parlano chiaro: oltre 50 i vini in degustazione da 15 diversi produttori e più di 200 partecipanti tra Cavalieri del Lavoro, accompagnatori, autorità e giornalisti”.
Cosa è venuto fuori dall’incontro di Marsala?
“E’ stata l’occasione per fare il punto sulla vendemmia appena conclusa, sul primato qualitativo raggiunto dalle produzioni italiane e sulla capacità di comunicarle E’ emerso che un forte aiuto può arrivare dai nuovi canali di comunicazione digitale, un tema molto sentito dalle nuove generazioni di produttori, ‘nativi digitali’, che non potranno fare che di meglio meglio. Certo, bisogna avere ben chiari i valori da comunicare: la sostenibilità, il paesaggio, la gastronomia e soprattutto l’unicità dei nostri vini”.
Da uomo del Sud, come stanno crescendo i vini del Meridione rispetto alle aree di produzioni tradizionalmente presenti sui mercati esteri?
“C’è un interesse sempre maggiore verso i vini del Sud i cui territori godono di condizioni pedo-climatiche di eccezionale favore. Certo, i vini di denominazioni importanti come Brunello, Barolo, Amarone, che nel tempo hanno costruito la loro reputazione, sono quelli che hanno radici più salde. Agli altri tocca fare squadra e fare sempre meglio, dalla vigna alla cantina, dall’accoglienza ai mezzi di comunicazione. Ma già oggi in Italia, le carte dei vini dei ristoranti, così come gli scaffali delle enoteche, presentano assortimenti molto ampi: dalle Alpi a Pantelleria. Lo stesso in fondo succede all’estero. Per esempio noi di Donnafugata siamo presenti in 65 nazioni”.
Come vi state attrezzando per l’edizione 2016?
“C’è parecchio lavoro da fare, ma la macchina organizzativa è già partita. La quinta edizione si terrà in Toscana e ad organizzarla sarà un binomio di eccellenza: i Cavalieri del Lavoro Piero Antinori e Vittorio Frescobaldi”.