Una delle poche realtà industriali guidate da sempre dalla stessa famiglia. Un museo nel quale rivivere la storia delle macchine del caffè, 4 stabilimenti in Italia, uno negli Usa. E ancora: centro vaccinale, durante la pandemia, con oltre 35 mila vaccinazioni. La Cimbali e il Mumac sono tutto questo e ieri hanno festeggiato i 110 anni di vita dell’azienda e i 10 anni del museo delle macchine da caffè. Numeri di una realtà che ammirano in tutto il mondo. L’azienda, nata nel 1912, nel corso di oltre un secolo è cresciuta costantemente diventando un gruppo tra i principali produttori al mondo di macchine professionali per caffè espresso. «La nostra lunga storia ci ha permesso di raccogliere un enorme bagaglio di esperienza nel settore, indispensabile per continuare ad alimentare nel tempo la curiosità e per sviluppare la capacità di visione. Solo l’innovazione però ci ha permesso di concretizzare i nostri progetti e crescere sul mercato», commenta Maurizio Cimbali, cavaliere del lavoro presidente dell’azienda e nipote del fondatore. «Oggi, questa innovazione non può prescindere dalle logiche della sostenibilità a 360°, ed è questo l’aspetto su cui il Gruppo Cimbali continuerà ad investire». Per l’occasione il museo della macchina per caffè si è rinnovato per accogliere anche nuove macchine da collezione. «Siamo molto orgogliosi di celebrare oggi i dieci anni di Mumac che non è solo il nostro museo d’impresa ma è diventato un punto di riferimento per tutti gli appassionati di caffè, di collezionismo e di design», sottolinea Fabrizia Cimbali, amministratore delegato. «Per questo decimo compleanno abbiamo voluto un restyling degli spazi e del percorso espositivo per andare incontro alle esigenze più evolute del visitatore di oggi e per essere dunque ancora più attrattivi». Al suo interno le due collezioni, Cimbali e Maltoni: 350 pezzi totali di cui 100 esposti, uno spaccato di oltre un secolo di un intero settore del Made in Italy. Apertura straordinaria al pubblico domenica in occasione della seconda edizione di Museocity inTOUR.
Articolo pubblicato il 21 ottobre da Il Giorno