Consegnate questa mattina al Quirinale le onorificenze dell’Ordine “Al Merito del Lavoro” ai venticinque Cavalieri del Lavoro nominati dal Capo dello Stato Sergio Mattarella in occasione della Festa della Repubblica.
“Vengono premiati donne e uomini – afferma Antonio D’Amato, presidente della Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro, nel corso della cerimonia – che, con la loro capacità di rischio e con il duro lavoro di tutti i giorni, hanno fatto crescere le loro aziende e, al tempo stesso, il contesto sociale e civile nel quale operano. Imprenditori che, insieme a ciascuno di noi che li ha preceduti, provano una comprensibile soddisfazione e, soprattutto, un legittimo orgoglio per questo riconoscimento che non è un traguardo, ma un ulteriore stimolo a fare meglio e di più”.
MATTARELLA: SIETE ESEMPIO DELLA NOSTRA FORZA COME PAESE
“I Cavalieri del Lavoro sono un esempio della nostra forza come Paese” sottolinea il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. “Le aziende – continua il capo dello Stato – possono rafforzare la competitività, anche incrementando la collaborazione con Universita e centri di ricerca per tradurre poi la carica innovativa in progetti reali e decisioni concrete”. “Viviamo un’occasione storica – afferma Mattarella – per cercare di tenere uniti, nella nuova era, etica ed economia, crescita di produttività e maggiore coesione. Molte vostre aziende sono la prova che questa stagione non è lontana da noi. Anzi, che è già iniziata”.
PATUANELLI: SOTTOLINEATE COME LA COSTANZA SIA STRADA DEL SUCCESSO
“Voglio porgere – afferma Stefano Patuanelli, Ministro per lo Sviluppo Economico – un ringraziamento al Presidente Antonio D’Amato e alla Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro: voi continuate a sottolineare come la costanza sia la strada maestra per arrivare al solido successo e al riconoscimento del merito. Siete un esempio per tutti: per noi politici, che troppo spesso rischiamo di rimanere ancorati alle parole piuttosto che dedicarci a iniziative concrete, e per quegli imprenditori che – purtroppo accade – pensano solo al profitto anziché a mantenere i livelli occupazionali nel nostro Paese”.
I CAVALIERI DEL LAVORO 2019
Espressione dell’eccellenza dell’imprenditoria italiana, i neo Cavalieri del Lavoro insigniti al Quirinale stamattina dal Presidente della Repubblica sono: Guido Maria Barilla (Emilia Romagna), Alessandro Bastagli (Toscana), Valerio Battista (Lombardia), Matilde Bernabei (Lazio), Ugo Maria Brachetti Peretti (Lazio), Roberto Briccola (Lombardia), Giovanni Francesco Capua (Calabria), Rosanna De Lucia (Campania), Elisabetta Fabri (Toscana), Riccardo Felicetti (Trentino Alto-Adige), Carlo Giulietti (Umbria), Salvatore Grimaldi (Estero: Svezia), Maria Luigia Lacatena (Puglia), Giuseppe Lavazza (Piemonte), Giampiero Maioli (Emilia Romagna), Gianriccardo Roberto Marini (Lombardia), Michelangelo Morlicchio (Campania), Costanza Musso (Liguria), Nicola Piovan (Veneto), Francesco Pugliese (Emilia Romagna), Luciano Rabboni (Emilia Romagna), Aurelio Regina (Lazio), Luigi Riolo (Lombardia), Pier Luigi Streparava (Lombardia), Martino Verga (Lombardia).
“Sono questi imprenditori – evidenzia il presidente Antonio D’Amato – i protagonisti di quelle buone imprese che mantengono alta la reputazione dell’Italia nel mondo”.
RILANCIO DELL’ECONOMIA RESO ANCORA PIÙ COGENTE DALL’EMERGENZA SOCIALE
“Dobbiamo ridare fiducia agli imprenditori italiani ed esteri – afferma D’Amato – perché l’Italia possa, in maniera significativa, attrarre investimenti per allargare la base produttiva, per creare nuove e migliori opportunità di lavoro che valorizzino il saper fare italiano. Non c’è dubbio che le crescenti emarginazioni e disuguaglianze sociali e territoriali richiedano più investimenti in equità, ma occorre con chiarezza ricordare che per distribuire ricchezza bisogna innanzitutto crearla. E che l’Italia da oltre dieci anni è un Paese a crescita zero. L’emergenza sociale rende quindi ancora più cogente la necessità di riavviare il motore economico italiano”.
“Il nostro incontro – precisa Sergio Mattarella nel corso sel suo intervento – ha anche un altro segno forte: talento e merito valgono assai di più se diventano vettori di uno sviluppo e un benesere più ampi”.
OCCORRE TORNARE A INVESTIRE SU NOI STESSI
Secondo il presidente Antonio D’Amato “Occorre rilanciare in maniera significativa gli investimenti, sia quelli pubblici sia quelli privati. Dobbiamo riprendere – afferma – a investire su noi stessi, attuare un grande programma di potenziamento delle infrastrutture, dall’adeguamento delle reti materiali e immateriali, alla manutenzione e riqualificazione del territorio fino al risanamento ambientale e idrogeologico. Dobbiamo trattare meglio le nostre città, il nostro patrimonio artistico, il nostro territorio che tutti ci invidiano. Siamo chiaramente in sofferenza dopo oltre due decenni di mancanza di investimenti. E tutto ciò indebolisce non solo la qualità della vita e della convivenza civile, ma anche la competitività del sistema-Paese e la nostra credibilità agli occhi del mondo”.
EUROPA DIMENSIONE MINIMA PER CONTARE NEL MONDO
“L’Italia è uno dei paesi fondatori dell’Europa. Per la nostra storia, per la nostra cultura, per il nostro peso economico e industriale – continua Antonio D’Amato – abbiamo un ruolo fondamentale da svolgere nella costruzione di un’Europa più unita sul piano politico, più integrata sul piano istituzionale e più competitiva su quello economico. L’Europa è la dimensione indispensabile alla quale noi dobbiamo saper guardare. Se rimarrà divisa, non solo l’Europa non avrà futuro, ma nessuno dei Paesi del vecchio continente avrà un ruolo da svolgere o un peso da far valere in un mondo sempre più globalizzato e caratterizzato da nuove polarizzazioni egemoniche che proiettano ombre minacciose e preoccupanti oltre che sul piano dell’economia anche su quello geopolitico”.
“Abbiamo di fronte difficoltà ma anche enormi potenzialità. Noi Italia. E noi Europa” osserva a tal proposito anche Sergio Mattarella. Il nostro posto in Europa e nel mond dipende dalla competitività comlessiva del sistemza-Paese”. Quindi il Presidente Mattarella cita direttamente le parole del presindente dei Cavalieri del Lavoro Antonio D’Amato sottolineando che “L’Europa più forte è essa stessa condizione per un contesto favorevole alle vostre, alle nostra imprese. Voi lo spaete bene e il presidente D’Amato ha fatto bene a sottolinearlo”.
CLASSI DIRIGENTI SIANO COESE PER IL BENE DEL PAESE
Giunto al sesto anno alla guida della Federazione nazionale dei Cavalieri del Lavoro, Antonio D’Amato è al suo ultimo discorso da numero uno dei Cavalieri. Nel salutare e ringraziae il Presidente della Repubblica per “l’autorevolezza con cui assicura la difesa dell’unità dell’Italia e dei principi della Costituzione e per l’azione instancabile che svolge, giorno dopo giorno, mettendo sempre al centro il bene del Paese”, Antonio D’Amato ricorda come “I nostri padri hanno saputo ricostruire l’Italia dalle macerie del dopoguerra grazie a una coesione di fondo dei ceti dirigenti nonostante le profonde divisioni ideologiche del tempo. Oggi, abbiamo nuove sfide altrettanto cogenti ed importanti da affrontare”.
PREMIATI ANCHE I PIÙ BRAVI STUDENTI D’ITALIA
Nel corso della cerimonia, è stata consegnata anche la Medaglia del Presidente della Repubblica agli Alfieri del Lavoro, ossia ai migliori studenti delle scuole superiori d’Italia. “Giovani che – mette in evidenza D’Amato – con il loro talento e il loro impegno negli studi, hanno dimostrato di essere pronti ad affrontare le sfide che il futuro riserverà alla loro generazione”.
“Mettere fianco a fianco – aggiunge il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella – i 25 nuovi Cavalieri del Lavoro con 25 giovani Alfieri rappresenta, simbolicamente, un impegno che non riguarda soltanto i singoli premiati di oggi ma deve coinvolgere tutte le componenti attive del Paese”.
Istituito nel 1961 in coincidenza del centenario dell’Unità d’Italia, il Premio “Alfieri del Lavoro” è destinato ogni anno a 25 studenti che abbiano terminato la scuola secondaria superiore con il massimo dei voti. Dal 1961 al 2019 sono stati designati 1.483 Alfieri del Lavoro.
Il numero dei premiati è legato a quello dei Cavalieri del Lavoro, nominati ogni anno in occasione della Festa della Repubblica, a rimarcare la continuità dell’impegno nello studio e nella vita.
Per il 2019 i dirigenti scolastici hanno segnalato 3.056 studenti, di cui 2.448 con i requisiti richiesti. Tra questi 1.497 donne e 951 uomini. Quest’anno gli Alfieri del Lavoro premiati sono 26 poiché nella graduatoria finale figura un “ex aequo”. Le medie riportate dai designati nei quattro anni della scuola secondaria superiore vanno da 9,785 a 10. Dei 26 Alfieri 24 hanno ottenuto la lode all’esame di Stato. La loro provenienza territoriale è così distribuita: 8 dal Nord, 7 dal Centro e 11 dal Sud.
Gli Alfieri del Lavoro quest’anno sono 26 per un “ex aequo” fra due dei candidati (Chiara Dileo e Giovanni Pellegrino). Due degli Alfieri, inoltre, sono tra i borsisti del Collegio Universitario dei Cavalieri del Lavoro. Ecco gli studenti premiati: Aurora Abbondanza (Genova), Anna Accorinti (Vibo Valentia), Alessandro Bettoni (Brescia), Enrico Conforto (Cuneo), Martina Corelli (Ferrara), Chiara Dileo (Bari) (ex aequo con G. Pellegrino), Luca Giammanco (Palermo), Laura Ginestretti (Ravenna), Eleonora Graziani (Terni), Francesca Ludovici (Latina), Sara Lupo Pasini (Cremona), Thomas Maisonneuve (Milano), Fabrizio Miceli (Ragusa), Lorenzo Miglietta (Lecce), Lorenzo Musmeci (Taranto), Giovanni Pellegrino (ex aequo con Chiara Dileo) Bari, Thomas Reali (Pisa), Salvatore Carmine Romano (Potenza), Leonardo Sera (Frosinone), Giorgia Sordoni (Ancona), Diego Sparagna (Roma), Giuseppe Turturici (Agrigento), Emma Maria Ugolini, (Verona), Angela Zanatta (L’Aquila), Sofia Zanelli (Cosenza), Domenico Zucchi (Salerno).
L’ONORIFICENZA AL MERITO DEL LAVORO
L’onorificenza “al Merito del Lavoro” è una delle più esclusive tra gli ordini cavallereschi. Istituita nel 1901, l’onorificenza di Cavaliere del Lavoro viene conferita ogni anno in occasione della Festa della Repubblica a imprenditori italiani, che si sono distinti nei nei settori dell’agricoltura; dell’industria; del commercio, turismo e servizi; dell’artigianato; del credito e delle assicurazioni.. I requisiti necessari per essere insigniti dell’onorificenza sono l’aver operato nel proprio settore in via continuativa e per almeno vent’anni con autonoma responsabilità, e l’aver contribuito in modo rilevante attraverso, l’attività d’impresa, alla crescita economica, allo sviluppo sociale e all’innovazione.
L’onorificenza “al Merito del Lavoro” è concessa dal Presidente della Repubblica su proposta del Consiglio dell’Ordine, presieduto dal Ministro dello Sviluppo Economico. Le nomine sono legate alla Festa della Repubblica. La decorazione consiste in una croce che riporta, da un lato, l’emblema della Repubblica e, dall’altro, la dicitura “al Merito del Lavoro 1901”, anno in cui Giuseppe Zanardelli promosse l’istituzione dell’Ordine cavalleresco al merito agrario, industriale e commerciale – come era denominato allora l’Ordine – per premiare coloro i quali, con il loro “lavoro benefico”, avessero contribuito alla modernizzazione del Paese dopo che l’unificazione aveva realizzato una continuità territoriale e politica.
Il numero degli insigniti è molto ridotto. Per ciascun anno non possono essere nominati più di venticinque Cavalieri del Lavoro, come fissato nel 1934. L’Ordine “al Merito del Lavoro”, dopo il referendum del 2 giugno del 1946, è stato riconosciuto tra gli istituti del nuovo regime repubblicano con “separata legge” nel 1952 che istituiva l’Ordine cavalleresco al merito della Repubblica e disciplinava in via generale anche il conferimento e l’uso delle onorificenze.
La cerimonia per il conferimento dell’onorificenza da parte del Presidente della Repubblica si svolge, dal 1991, al Palazzo del Quirinale.
Dal 1902 al 2019 sono stati nominati 2.903 Cavalieri del Lavoro. Gli insigniti oggi sono 567, associati alla Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro – nata nel 1923 ed eretta in Ente Morale nel 1925 – che li rappresenta e ha il compito di illustrare le opere dei Cavalieri del Lavoro e di tenere alto il prestigio dell’Ordine.