«[Hydra] È il primo progetto, in questo ambito, realizzato da un operatore indipendente – spiega il presidente e amministratore delegato di Rina, Ugo Salerno -, ed è perfetto per un modello di open innovation. A differenza di altre iniziative analoghe a livello internazionale, in questo caso la spinta non è di una singola azienda: il nostro obiettivo, anzi, è mettere a disposizione il modello a tutti i soggetti interessati, per permettere a ognuno di sperimentare, capire come produrre acciaio pulito, affinando il processo alle proprie specifiche esigenze. Se vogliamo decarbonizzare il processo produttivo, dobbiamo usare sempre più idrogeno o comunque miscele di idrogeno e gas: il vantaggio è rappresentato dal fatto che Rina mette a disposizione del mondo siderurgico uno strumento che consente di sperimentare realmente un ciclo produttivo legato a queste nuove tecnologie». Rina vanta già competenze consolidate ed esperienze pregresse in questo ambito: due anni fa ha testato con successo, per la prima volta a livello mondiale, l’utilizzo di una miscela di gas naturale e idrogeno al 30% per alimentare i forni di riscaldo utilizzati nella lavorazione dell’acciaio su scala industriale, in un processo di forgiatura.