Articolo pubblicato nella rivista n.6/2023 di Civiltà del Lavoro
L’automobile è una passione nata quando ero bambino. Su quella passione ha costruito Texa, leader mondiale nella progettazione e realizzazione di dispositivi per la diagnosi da remoto di autovetture, motocicli, imbarcazioni, mezzi agricoli, analizzatori di gas di scarico e stazioni per la manutenzione di climatizzatori. Come siete arrivati a vendere in tutto il mondo?
Texa si è inserita in un momento di grande cambiamento dell’automobile, quello in cui le vetture da “meccaniche” diventavano elettroniche, proponendo strumenti di diagnosi adeguati a queste nuove tecnologie. Avevamo un nuovo mercato aperto davanti a noi, ed abbiamo saputo sfruttarlo bene proponendo sempre strumenti innovativi, ma al contempo di facile utilizzo ed anche belli. Prima di Texa, lo strumento in officina doveva essere solo funzionale, noi ci abbiamo abbinato anche una nota estetica: per il meccanico, l’officina è un po’ la sua seconda casa ed è felice di “arredarla” con gusto. Inoltre, siamo stati i primi ad estendere la diagnosi elettronica anche a camion, moto e motori marini ed a lanciare la diagnosi da remoto, ovvero poter individuare i guasti senza che la vettura dovesse entrare in officina.
Ha inaugurato di recente il nuovo stabilimento di Texa, interamente dedicato alle soluzioni per la mobilità elettrica. Crede veramente ad una progressiva sostituzione del parco auto entro la scadenza europea del 2030?
No, credo che la data sia troppo prematura e vada spostata in avanti. Texa è pronta, ma esistono tantissimi colleghi imprenditori che da decenni lavorano nella componentistica tradizionale per motori a combustione e che verranno tagliati fuori dal mercato. Senza un forte tessuto manifatturiero ed una indipendenza produttiva, qualsiasi nazione è destinata a diventare irrilevante, ed è quello che potrebbe accadere all’Italia se collassassero le migliaia di componentisti che vi operano. Sono molto preoccupato che dopo avere permesso la vendita di brand che hanno fatto la nostra storia imprenditoriale, cito Pirelli e Magneti Marelli, si permetta all’industria cinese, che oggi guida la transizione elettrica, probabilmente aiutata da politiche di “dumping”, di stritolare anche migliaia di fabbriche che forniscono le case automobilistiche europee. Tutti vogliamo un mondo più pulito, ma deve essere ricercato in modo intelligente, senza sacrificare il patrimonio tecnico ed umano europeo.
La sua azienda è altamente tecnologica, investe ogni anno il 13% del fatturato in ricerca e sviluppo e detiene 102 brevetti. Cosa c’è nel futuro di Texa?
La nostra missione principale rimane quella di essere al fianco del meccanico indipendente per riparare veicoli che diventano sempre più complicati. In parallelo, lavoriamo per le case automotive fornendo loro componentistica elettronica di grande pregio, ad esempio sono nostri gli inverter della nuova Lamborghini “Revuelto”. In generale, la nostra ambizione è quella di essere la più avanzata azienda italiana nel settore della tecnologia elettronica per le vetture di nuova generazione.
Attraverso Texaedu Academy, sostiene la formazione meccatronica degli studenti. Quando è nato il progetto e quali obiettivi si pone?
Il Progetto di responsabilità sociale, Texaedu, nasce nel 2004 con un duplice obiettivo: da un lato fornire formazione specialistica ai professionisti della riparazione, consentendogli di affrontare i continui mutamenti del settore automotive; dall’altro farsi carico gratuitamente di progetti educativi rivolti agli studenti che approcciano per la prima volta il mondo del lavoro. Abbiamo poi dato vita all’iniziativa Texaedu Academy, una vera e propria scuola di formazione dedicata agli istituti tecnici e professionali di tutta Italia. Il progetto si è rivelato così interessante da sottoscrivere, nel giugno 2004, un documento di intesa con l’allora Ministero dell’Istruzione e della Ricerca. Noi forniamo alle scuole tutta la strumentazione e il materiale didattico necessari per trasformare ogni studente in Tecnico Specialista Diagnostico, figura professionale altamente specializzata nella moderna diagnostica dei veicoli. Attualmente sono 61 le Academy dislocate su tutto il territorio nazionale. L’iniziativa fino ad ora ha abilitato più di 100 docenti e coinvolto oltre 10.000 studenti. Nel 2022, inoltre, il MIUR ha inserito Texa nel “Registro delle Eccellenze”, l’elenco delle realtà accreditate per incentivare l’eccellenza degli studenti nei percorsi di istruzione.
Cosa ha rappresentato per lei la nomina a Cavaliere del Lavoro?
Sono estremamente onorato di questo prestigioso riconoscimento, che ovviamente condivido con tutte le persone che lavorano e hanno lavorato in Texa durante i 30 anni della sua storia e che con la loro passione e ingegno hanno contribuito a renderci una delle aziende leader nel settore automotive. Vivo questa onorificenza come un premio alla mia determinazione nell’avere sempre voluto mantenere produzione, posti di lavoro e know-how in Patria, evitando ogni forma di delocalizzazione. Inoltre, per avere costantemente investito in ricerca e sviluppo e nella formazione dei giovani. Spero in futuro di essere all’altezza di questo straordinario titolo e di contribuire alla prosperità del nostro amato Paese.