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Dieci voci per i dieci anni di Fondazione Bracco

18.12.2020

L’intervento del Cavaliere del Lavoro Diana Bracco
pubblicato sul Sole 24 Ore del 18 dicembre 2020 


Ricordo ancora l’emozione che provai quando dieci anni fa nacque Fondazione Bracco. Sostenuti da tanti amici, davamo vita a una nuova istituzione che affonda le proprie radici nel patrimonio dei valori maturati nella lunga storia della nostra Famiglia e della nostra Azienda: l’etica della responsabilità, il senso del dovere, la ricerca della qualità e dell’eccellenza, l’impegno per l’innovazione continua, l’attenzione verso la persona, lo stretto legame con le comunità. Valori fondamentali, che con mia sorella Gemma, Vicepresidente della Fondazione, vogliamo trasmettere alle nuove generazioni. Valori ai quali ci siamo sempre ispirati, nella convinzione che rappresentino la miglior garanzia anche per riuscire a superare i momenti difficili, come ad esempio quello che stiamo vivendo adesso con la pandemia del Covid.

Il Gruppo Bracco, del resto, ha davvero la filantropia nel suo DNA. Mio padre Fulvio, protagonista illuminato e visionario dell’industria del dopoguerra, credeva fortemente nel “prendersi cura” e nel rapporto “virtuoso” tra impresa, territorio e ambiente. Esule istriano, sentiva anche una profonda esigenza di “restituzione”, di ridare cioè alle comunità una parte di ciò che la sua impresa aveva creato. Già nel Dopoguerra, Fulvio Bracco varò ad esempio delle borse di studio intitolate a sua madre “Nina Salata” che sono un po’ le “antenate” dei nostri progetti per i giovani. Tagliando il traguardo dei io anni, possiamo affermare con orgoglio che Fondazione Bracco ha centrato gli obiettivi che ci eravamo prefissati. Abbiamo generato tanti progetti che hanno prodotto risultati positivi e concreti, certificati peraltro dagli strumenti di valutazione di impatto sociale di cui ci siamo dotati.

Le tre macro-aree di cui ci occupiamo, combinando saperi, discipline, prospettive, sono scienza, cultura e progetti sociali. Sempre con una particolare attenzione all’universo femminile e ai giovani, ai quali abbiamo dedicato “Diventerò”, uno specifico progetto pluriennale di formazione e inserimento lavorativo che a oggi ha già assegnato oltre mille tra premi di laurea, borse di studio e dottorati di ricerca. Tra questi spicca il premio che abbiamo dedicato alla memoria del Prof. Ernst Felder, grande scienziato per tanti anni a capo della Ricerca Bracco, le cui scoperte hanno rivoluzionato l’imaging diagnostico. Un premio da un milione di euro che ha avuto l’obiettivo di riportare nel nostro Paese un giovane ricercatore di talento in collaborazione con Fondazione Politecnico di Milano. Per Fondazione Bracco la scienza è intimamente legata alla ricerca, alla prevenzione, allo sviluppo sostenibile, ma anche alla parità di genere. In questo ambito portiamo avanti un articolato progetto, “100 donne contro gli stereotipi”, che attraverso una banca dati, una collana di libri e una mostra fotografica vuole puntare i riflettori sulla scienza al femminile e sulle competenze delle donne in settori strategici per lo sviluppo del Paese. Ripercorrendo con lo sguardo le nostre iniziative culturali di questi anni, ricordo con particolare piacere alcune di esse: il restauro della Galleria Chigi nel Palazzo del Quirinale per i 150 anni dell’Unità d’Italia, le mostre alla National Gallery di Washington volte al sostegno e alla valorizzazione dell’arte italiana all’estero, il supporto ormai decennale e multidisciplinare ai giovani talenti dell’Accademia Teatro alla Scala, lo stretto rapporto con il Museo Poldi Pezzoli di Milano.

Progetti di alta qualità, non semplici erogazioni in danaro, sviluppati in partnership prestigiose che hanno creato  valore aggiunto culturale e scientifico. In questi anni, molte nostre iniziative culturali sono state all’insegna del binomio arte e scienza: le tecniche dell’imaging, infatti, permettono di svelare molti “segreti” delle opere d’arte (dipinti, strumenti musicali ecc.), e per noi che siamo leader nel mondo nella diagnostica per immagini è stato naturale mettere a disposizione di curatori e restauratori le nostre competenze in questo campo.

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