«Ci siamo guardati negli occhi, ci siamo parlati e abbiamo fatto quello che ci ha dettato il cuore». Ennio ed Emiliana De Rigo, alla guida dell’omonimo gruppo imprenditoriale, hanno scelto così di donare 1,2 milioni di euro a dipendenti di De Rigo Vision e De Rigo Refrigeration. Non, si badi bene, utili aziendali redistribuiti, ma fondi dal loro patrimonio personale. «Siamo parte della nostra comunità», spiega Emiliana De Meio De Rigo, vice presidente del gruppo, «e il rapporto che abbiamo con le persone che lavorano da noi è da sempre stato di tipo familiare, e non potrebbe essere altrimenti. Crediamo in questi valori e cerchiamo di trasmetterli». Le fa eco il marito Ennio, Cavaliere del lavoro e presidente: «Il nostro Gruppo è fatto di persone e verso di loro sentiamo un senso di responsabilità morale. Proprio per questo, in un momento storico così complicato e difficile, abbiamo immediatamente pensato di fare qualcosa perla nostra gente».
Così hanno deciso insieme, come sempre hanno fatto nella loro vita: una donazione di un importo complessivo pari a 1,2 milioni di euro sarà distribuita ad aprile sotto forma di bonus (circa 1.400 euro) a 870 tra operai e impiegati del Gruppo in Italia. Un supporto per le fasce più colpite dei dipendenti, nell’anno 2020, dalle conseguenze economiche legate al Covid-19 e un sostegno concreto alle famiglie del territorio per contrastare l’aumento del costo della vita. «È un gesto di profonda gratitudine», commentano i due, «nei confronti delle persone che, in questi anni di pandemia, hanno scelto di affrontare le difficoltà al fianco delle aziende De Rigo, contribuendo ai risultati e al valore del Gruppo». Raggiungiamo i due coniugi al telefono e ci confermano, con la massima semplicità, di aver voluto, con questo gesto, «mostrare la nostra vicinanza e il nostro affetto ai dipendenti di De Rigo Vision e De Rigo Refrigeration. Oltre al pensiero, un atto concreto in un momento carico di incertezze per tutti».
Un’iniziativa particolarmente importante e significativa proprio perché concepita “da persone per persone”, visto che il bonus, come si diceva, attinge direttamente al patrimonio personale e non a quello aziendale. «Non sono certo tempi facili», prosegue Ennio, «basta guardare cosa sta succedendo in tema di materie prime e di energia. Crescono i costi, soprattutto peri frigoriferi: acciaio, lamiera, rame, parti elettroniche; nell’occhiale poi ci troviamo a competere con veri colossi ed i mercati sono sempre più difficili». Nessuna voglia di mollare, di vendere, di monetizzare: «Vendere? Non ci ho mai pensato. Noi andiamo avanti insieme. La nostra è la sola azienda del settore ancora in mano ad una famiglia e così rimarrà».
Ai vertici aziendali di De Rigo Vision siedono, insieme ai due coniugi, i figli Massimo (vice presidente esecutivo) e Barbara (responsabile marketing), poi Maurizio Dessolis (vice presidente esecutivo, marito di Barbara) e l’amministratore delegato Michele Aracri. Si tratta di un’azienda (fondata nel 1978) leader a livello mondiale nella produzione e nella distribuzione di montature da vista e occhiali da sole di alta gamma. Uno tra i più importanti attori nel campo del retail dell’ottica grazie alle catene di proprietà e all’estesa rete wholesale. I marchi di proprietà e in licenza con partner d’eccellenza del mondo fashion e luxury sono distribuiti in oltre 80 paesi. Del Gruppo De Rigo, che fa capo alla holding della famiglia De Rigo, fanno poi parte anche De Rigo Refrigeration S.r.l. (presente da più di 50 anni nel settore della refrigerazione commerciale, con prodotti che progetta e realizza esclusivamente in Italia destinati alla grande distribuzione organizzata) e De Rigo Immobiliare S.r.l. (gestisce proprietà immobiliari ad uso abitativo e commerciale). Oggi questo gesto di solidarietà, che si basa su un modo di fare impresa e su uno stile fondato sull’attenzione alle persone e sulla cura delle relazioni umane. La stessa filosofia che nel 2018 ha portato la famiglia all’istituzione della Fondazione De Rigo H.E.ART (Health, Education e Art for Youth) che opera a sostegno di programmi (rivolti a bambini e giovani ragazzi) di crescita della persona, sviluppo intellettuale e promozione dell’arte intesa come creatività e auto-espressione.
Articolo pubblicato il 9 Aprile 2022 dal Corriere delle Alpi