di Silvano Pedrollo, Cavaliere del Lavoro
Gruppo Triveneto, Presidente di Pedrollo SpA
Una persona su quattro al mondo non ha nessun accesso ad acqua pulita e servizi igienici, mentre sono 3,6 miliardi le persone con un accesso precario e non adeguato, quasi metà degli esseri umani sulla Terra. Sono ancora di più le persone che vivono in territori esposti a scarsità idrica estrema, 4 miliardi. Questi dati, esposti dal Segretario generale dell’Onu Antonio Guterres nel discorso di apertura della Conferenza sull’acqua 2023 delle Nazioni Unite, restituiscono una fotografia della situazione attuale a livello globale, sottolineandone la drammaticità.
Come realtà che fa dell’etica il suo punto cardine, ci sentiamo in dovere di agire e mettere in atto azioni positive. Etica e coscienza infatti ci guidano a operare e crescere rispettando principi e valori che non dipendono solo dal mercato. Ideali e azione seguono vie parallele, trovando la sintesi tra il concetto imprenditoriale del futuro, la sostenibilità e le iniziative solidali. Partendo proprio dalle basi e dai diritti: la vita e il cibo – quindi l’acqua – e anche la salute e il benessere. E poi istruzione, lavoro, ambiente, lotta agli sprechi e uso consapevole delle risorse. Etica e impresa convergono verso una visione in cui fra lo sviluppo e i bisogni della società non c’è concorrenza, ma equilibrio.
Noi produciamo elettropompe e dall’incontro fra il nostro lavoro e un crescente impegno solidale è nato il percorso che ci coinvolge sempre di più. Con il Progetto Acqua abbiamo portato da bere all’Africa e agli altri continenti, realizzando oltre 1.300 pozzi in grado oggi di dissetare più di due milioni di persone. Per questo sentiamo il dovere di progettare elettropompe alla portata anche dei paesi bisognosi: quindi sempre più affidabili, durevoli, a basso consumo e che costino poco. E per adattarle a chi non può comprare carburante per i generatori, le alimentiamo anche con impianti eolici e solari. Vediamo, insomma, un impatto diretto e immediato della responsabilità sociale sul modello di sviluppo aziendale, su ricerca e innovazione, il contenimento dei costi, l’efficienza dei prodotti. E non guardiamo solo al resto del mondo, ma anche ai nostri stabilimenti, dove l’acqua viene risparmiata e riciclata.
Nei paesi più poveri abbiamo l’obiettivo di alleviare almeno in parte le difficoltà portando l’acqua a chi ne è privo. All’apparenza è un gesto semplice, ma accedere all’acqua pulita segna il confine vero e tangibile tra chi soffre e chi può ritrovare la speranza di un futuro migliore. C’è un’espressione delicata e potente che definisce l’acqua: “oro blu”. È una risorsa unica che da sola diventa sorgente di vita, assicura abbondanti raccolti, rende possibile combattere le malattie, allontana i conflitti, consente di mandare i bambini a scuola e favorisce il progresso sociale. Tutto questo non solo in Africa, naturalmente: non c’è paese al mondo che sia davvero al riparo, al sicuro dal bisogno e da una costante lotta per sopravvivere e progredire. In Asia e in America Latina, ma anche nella stessa Europa, le zone d’ombra e moltitudini di poveri confinano con la ricchezza di pochi. Incontriamo le contraddizioni della società e non possiamo ignorarle: il mondo chiama con una voce silenziosa ma assordante.
Per descrivere il potere dell’acqua ho negli occhi due immagini: una ha come sfondo le terre più aride del Medio Oriente, un terreno riarso e in apparenza avaro: bastano però anche le poche gocce che vi cadono a far letteralmente fiorire il deserto. L’altra immagine è del Bangladesh, terra in cui l’acqua abbonda ma va incanalata e ordinata: ci chiesero di avere una piccola pompa poco costosa per movimentare l’acqua tra le risaie. La progettammo e i raccolti passarono da due a tre l’anno. Un’impresa competitiva deve essere anche consapevole e protagonista del cambiamento.
Oggi le emergenze più importanti e minacciose sono l’acqua e l’energia. Negli stabilimenti, così come conteniamo i consumi e riutilizziamo l’acqua, con il fotovoltaico l’autosufficienza energetica è più vicina, e introducendo macchine e processi produttivi efficienti e a basso consumo già oggi stiamo risparmiando fi no al 40% di energia. Del resto per un imprenditore essere sostenibile richiede una visione più ampia, proprio come far progredire l’azienda: l’obiettivo è preservare il pianeta per le future generazioni, salvaguardarne le risorse, assicurare a tutti migliori condizioni di lavoro, vita e sviluppo, diffondere cultura e istruzione in azienda come nella società, favorire ovunque sviluppo e progresso. In questo cammino l’acqua è la risorsa più preziosa, ma la Terra ne ha sempre meno e più inquinata. Tanto che per controllarne le fonti presto potrebbero scatenarsi guerre devastanti.
Oggi si riconosce finalmente la portata dell’emergenza climatica, fin qui minimizzata come una generica crisi da riscaldamento globale: è la più grave minaccia per la Terra. La temperatura continuerà a crescere e nei prossimi decenni un aumento di 1,5 gradi porterà gravi impatti, di cui alcuni ormai irreversibili. Le ondate di calore, la siccità alternata alle inondazioni, i nubifragi e gli uragani anche in zone temperate sono già causa di deforestazione, innalzamento del livello dei mari, frane ed eventi meteorologici estremi, piante e animali sempre più a rischio. Tra le conseguenze, l’insicurezza idrica e alimentare è già una drammatica realtà nei continenti e per le popolazioni più esposte. Per errori e rischi a lungo sottovalutati anche l’Europa e il Mediterraneo vanno incontro a minor produzione agricola e scarsità di acqua. Vale soprattutto per l’acqua: dobbiamo averne cura e amministrarla, proteggerla e non sprecarla. Perché se finisce, non ci sarà un futuro nemmeno per noi.