Questo «sarà ricordato come l’anno del Covid», ma «è anche quello che ha risvegliato il risparmio degli europei e degli italiani», dice Antonio Patuelli, presidente dell’Abi. Che a ridosso del Salone dei pagamenti (4-6 novembre, articoli da pagina 51 a 53)sostiene: se c’è tanta liquidità sui conti correnti (1.682 miliardi a settembre, +8% in un anno) è una buona notizia, «ne germoglieranno futuri investimenti». E dice anche: sui nuovi prestiti alle imprese colpite dal Covid le banche sono pronte, ma le garanzie vanno estese oltre il 31 dicembre.
Pronti a un’impennata di richieste di prestiti dopo le restrizioni anti-Covid?
«Sì, noi ci siamo. Ma le garanzie pubbliche con il Fondo di garanzia e la Sace devono essere prorogate dopo la scadenza del 31 dicembre, perché la pandemia non è certo finita. Ho letto dichiarazioni di apertura da parte del ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri. Noi abbiamo fatto miracoli sui prestiti alle imprese, lavoriamo anche il sabato e la domenica. Le domande di adesione alle moratorie sono salite a 301 miliardi, abbiamo nuovi prestiti per 96 miliardi con il Fondo di garanzia per le Pmi e raggiunto i 16 miliardi per le grandi imprese con la Sace. Le banche sono come i diesel, per farli partire vanno scaldati: vuol dire formazione, organizzazione, tecnologia. Partenza impegnativa, ma da mesi si va spediti».
Sarà utile il decreto Ristori?
«La novità è che non è sperimentale come alcuni decreti primaverili, ma dev’essere efficace e veloce».