Con questo secondo Workshop sulla Cultura, dopo quello di Firenze sulla gestione dei poli museali, i Cavalieri del Lavoro affrontano il tema del ruolo che le istituzioni pubbliche e i privati possono e devono svolgere per promuovere e rendere più diffusa e adeguata l’educazione alla cultura e all’arte. Educazione che, nel corso degli ultimi decenni, ha progressivamente perso centralità e risorse fino ad essere marginalizzata o considerata come irrilevante, se non addirittura antitetica, rispetto alle esigenze che il mondo del lavoro e delle imprese richiederebbe in termini di competenze e professionalità.
La quantità di risorse che destiniamo all’informazione e all’educazione artistica e culturale per i giovani e per gli adulti è del tutto insufficiente rispetto a quanto gli altri Paesi più sviluppati stanno investendo ed è certamente inadeguata rispetto al patrimonio di cultura, arte e beni monumentali di cui dispone l’Italia. Negli ultimi anni si è arrivati a discutere, ripetutamente, dell’abolizione del latino e del greco, dell’educazione artistica e di quella musicale e perfino dello stesso Liceo Classico che da sempre ha rappresentato uno dei pilastri fondamentali del nostro sistema educativo.
Maggiore promozione e più investimenti nel settore della cultura e dell’educazione per i giovani e per gli adulti all’arte rappresentano, viceversa, un valore competitivo, un’esigenza di vitale importanza per almeno quattro motivi.
Primo, saper valorizzare e proteggere la nostra eredità culturale e artistica è la grande responsabilità che abbiamo nei riguardi di chi verrà dopo di noi. Questo richiede, in modo diffuso, sensibilità e conoscenze, culture e competenze che dobbiamo formare e sulle quali stiamo invece accumulando ritardi.
Secondo, non è vero che la cultura umanistica e quella scientifica e tecnologica siano antitetiche, e che le professionalità richieste ad un Paese che voglia essere competitivo siano solo quelle del fare o dell’operare. Esistono anche le competenze del pensare. Ed è ormai dimostrato che la formazione classica (latino, greco, filosofia) rappresenta un vantaggio competitivo anche per il successo nelle materie scientifiche e matematiche.
Terzo, il mondo Occidentale e il nostro Paese stanno vivendo una grave crisi di identità e di valori. Oggi è più che mai indispensabile riscoprire le radici della nostra identità per poter riaffermare anche i nostri valori. Una necessità ineludibile soprattutto in un mondo nel quale diventa sempre più manifesto e centrale uno scontro di civiltà che può essere disinnescato solamente se sappiamo recuperare e riaffermare la nostra identità e i nostri valori.
Infine, è sempre più urgente ridefinire il rapporto fra la sostenibilità etica e gli orizzonti dell’innovazione scientifica e tecnologica per riscoprire le ragioni di un nuovo umanesimo nel momento in cui è sempre più evidente il profondo squilibrio del rapporto fra uomo e universo.