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Fin dall’antichità, la carta si è rinnovata sempre L’Italia leader nel «packaging» riciclabile

01.06.2022

La carta è pronta a prendersi la sua rivincita, come materiale sostenibile e innovativo. In un mondo che cerca di ridurre la diffusione della plastica e la sua ulteriore immissione nell’ambiente, la più valida alternativa sembra essere proprio il composto di materie prime vegetali che questa era andato a sostituire negli ultimi quarant’anni.

Le lavorazioni delle fibre vegetali per ottenere la carta risalgono, come noto, agli antichi egizi che sfruttarono le qualità del papiro già cinque millenni fa. La tecnologia di fabbricazione della carta da corteccia, più simile a quella moderna, si deve però ai cinesi del II secolo a.C. che con questo materiale realizzavano già le prime mappe. Ma la diffusione dell’invenzione fu lenta, dovuta alla determinazione di chi la produceva e voleva difenderne i segreti. Qualità nascoste che vengono svelate ancora oggi, coni premi legati all’innovazione che ne stanno riconoscendo i pregi anche nel 2022.

Per i requisiti di funzionalità, efficienza e sostenibilità che le aziende sono oggi chiamate a perseguire, proprio l’Italia potrebbe presto ospitare nel settore della produzione della carta una piccola rivoluzione industriale. Solo qualche settimana fa Enrico Buscaroli, ricercatore del dipartimento di scienze e tecnologie agro-alimentari dell’Alma Mater di Bologna, ha vinto l’Intellectual Property Award all’Expo di Dubai. Premiato il suo Re-Paper, un brevetto dedicato alla produzione di carta e cartoni per uso alimentare capaci di rimuovere la presenza di oil minerali cancerogeni (finora possibile solo a materiali più inquinanti come plastica e alluminio). L’innovazione della carta vede da anni l’Italia in prima linea con la napoletana Seda international packaging group, leader internazionale dell’imballaggio con 13 stabilimenti produttivi in Europa, una sede negli Stati Uniti aperta nel 2011 e 100 milioni di consumatori al giorno che utilizzano i suoi prodotti. Un fatturato di oltre 800 milioni di euro e circa 3mila dipendenti che contribuiscono al successo di una realtà fondata ad Arzano da Salvatore d’Amato, nel 1964, e amministrata oggi dai figli, il presidente Antonio e il fratello Gianfranco.

La multinazionale napoletana ha appena vinto il Best Packaging Award 2022 (dopo i riconoscimenti già ottenuti nel 2001, 2007 e 2008) grazie a Eco Fit Lid, un coperchio di carta che offre una soluzione per uso alimentare alternativa alla plastica a grandi clienti come McDonald’s, Starbucks, Unilever e Nestlé, e risponde alla richiesta di tutela dell’ambiente, secondo i criteri dell’economia circolare. Un prodotto monouso che è in grado di isolare il cibo e le bevande dal calore o dal freddo, evitando che il contenuto si versi e garantendo «i più alti standard di sicurezza alimentare, secondo le stringenti normative europee» come spiega Armando Mariano, direttore della ricerca e sviluppo dei materiali e dei prodotti Seda. Una carta speciale che, per industrie alimentari e mondo della ristorazione, garantisce maggiori possibilità di personalizzazione del packaging, per i consumatori un sicuro e comodo coperchio dalla chiusura con scatto udibile. Tra i primi ad averne usufruito, i gelati Carte d’Or e Sammontana per le rispettive vaschette.

Perché la carta monouso dovrebbe offrire un’alternativa ambientale valida? «Entro il 2030 l’Ue chiede ai Paesi membri di raggiungere un tasso della riciclabilità della carta dell’85% — spiega Mariano —. L’Italia ha già consolidato questa cifra. L’utilizzo del monouso in carta riduce inoltre il consumo di acqua potabile (di 3,4 volte) e genera tre volte meno CO2 rispetto ai packaging riutilizzabili e prodotti con altri materiali, difficilmente o per nulla riciclabili. C’è poi una logica della gestione della biodiversità e della riforestazione: per ogni albero utilizzato se ne ripiantano da tre a.cinque. La carta utilizzata da Seda proviene solo da foreste europee e nordamericane certificate Fsc e Pefc, quindi non Amazzonia o altre realtà a rischio sfruttamento». Allo stesso modo è la lucchese Sofidel, leader per la produzione della carta per uso igienico, a essere attenta al fattore ambientale, coinvolgendo i giovani nella divulgazione di una serie di podcast per confrontarsi sulla tutela del pianeta, segno che il settore cartario sta giocando un ruolo attivo nella partita, a dispetto di quanto si potesse pensare per un materiale dato per superato.

L’innovazione ne è protagonista, dal momento che anche Comieco, il Consorzio nazionale recupero e riciclo imballaggi a base cellulosica, da sempre guarda al ciclo di vita delle scatole che produce, preservandone la completa riciclabilità. Anche all’estero non mancano esempi virtuosi. FrugalPac, azienda inglese con sede a Ipswich, sta provando a sostituire le bottiglie di vetro con quelle di carta, nel tentativo di decarbonizzare il settore del food and beverage. Un esperimento ambizioso anche se, in un primo momento, per alcuni vini di qualità del mercato italiano non potrà raccogliere l’immediato entusiasmo dei puristi consumatori nostrani.

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Articolo pubblicato il 30 Maggio dal Corriere della Sera

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