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Fondazione Rovati, l’arte etrusca incontra quella contemporanea

25.01.2023

Lo scorso mese di settembre ha aperto le sue porte a Milano, in quello che fu il palazzo della famiglia Rizzoli-Carraro, il Museo d’arte della Fondazione Luigi Rovati.

Con l’inaugurazione del polo museale si conclude il processo di avvicinamento verso il pubblico della Fondazione intitolata allo scomparso Cavaliere del Lavoro Luigi Rovati, medico monzese fondatore di Rottapharm, azienda biotech ante litteram divenuta negli anni una delle prime multinazionali farmaceutiche italiane.

La nuova sede museale, articolata in due piani espositivi in cui sono protagoniste oltre 250 opere, accompagna il visitatore in un percorso alla scoperta della civiltà e dell’arte etrusca in dialogo con quella contemporanea.

Al piano ipogeo, ispirato alle tombe etrusche di Cerveteri, si accede attraverso una scala intagliata in pietra serena che conduce a tre sale circolari e ad una grande sala ellittica. Da queste sale inizia una narrazione dedicata alla collezione etrusca della fondazione in cui opere del Novecento si fondono con naturalezza nell’esposizione: un vaso di Pablo Picasso evoca la scena di un banchetto etrusco, mentre la testina di donna in bronzo dorato di Alberto Giacometti si mette a confronto con antichi monili e oggetti preziosi. E poi ancora William Kentridge, Lucio Fontana, Gino De Dominicis…

Al piano nobile, invece, boiserie, porte dorate, camini in marmo, specchiere e pavimenti in legno sono stati al centro di un intervento di restauro conservativo in modo che potessero fare da cornice a esposizioni sul rapporto tra arte, architettura ed archeologia. Tra le altre opere: i disegni di Luigi Ontani e di Andy Warhol, lo specchio di Marianna Kennedy e la “Lanterne à quatre lumières” di Diego Giacometti.

Ad aprire il programma espositivo 2023 è un ciclo triennale di mostre su importanti città etrusche esemplificative di alcuni passaggi della storia e cultura di questa civiltà, come la produzione artigianale, i commerci e le relazioni culturali, la religione e la politica. La prima città è Vulci e il tema a essa collegato è quello della produzione artigianale (bronzi e ceramiche). A questa seguiranno Tarquinia, Marzabotto (l’antica Kainua), Cerveteri e Chiusi.

Il prossimo mese di marzo, in occasione dell’eccezionale prestito della Lanterne à quatre lumières, la fondazione realizzerà inoltre la prima mostra in Italia interamente dedicata all’opera di Diego Giacometti (1902-1985).

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