«C’è un limite fisico oltre il quale qualunque paese ha difficoltà a mettere a terra un progetto in termini di capacità di lavoro, se m un settore non si sta già investendo da tempo». In quel caso è inutile cercare di battere cassa per accedere ai fondi del Recovery Plan; meglio procedere per fasi dando priorità ai progetti già avviati lasciando, per quelli ancora da definire, il tempo di svolgere la fase progettuale e di organizzarsi. «L’attuale governo ha una grande consapevolezza della differenza di velocità di realizzazione delle varie tipologie di progetti del Pnrr» riflette il Cavaliere del Lavoro Francesco Starace, ad di Enel, che alla vigilia dell’approvazione del bilancio 2020 (oggi il via libera del cda), accetta di fare qualche riflessione sulle sfide che il paese ha di fronte.
«Penso si tratti di riordinare. C’è l’occasione per riportare in Europa la produzione dei pannelli. Noi puntiamo su Catania. Pronte anche Francia e Germania. Per quanto vediamo si sta andando in questa direzione, per rimettere in fila le cosce ristabilire un ordine ben definito tra gli impegni che si possono assumere nell’immediato», e quindi con fondi che possono essere chiesti e spesi già nel 2021/22, distinguendoli «dai progetti che hanno bisogno di tempo per essere attuati».
La pandemia può frenare i cantieri D’altro canto, il confronto con gli altri paesi europei mostra che nessuno ha un piano completamente disegnato, ma sono state individuate le priorità. Per gli altri progetti i fondi andranno in erogazione in un secondo momento, per evitare di trovarsi in difficoltà e non poterli spendere. «Una prospettiva che penso preoccupi non poco il nuovo govemo», chiosa. Certo, la valutazione della velocità di messa a terra dei progetti non potrà non tenere conto dei reiterati lockdown che impone la pandemia se queste condizioni si protraggono, saràdifflcile avviare cantieri dopo l’estate e accelerare i permessi. Da questo punto di vista l’esecutivo fa molto bene a dare priorità assoluta al piano vaccinale. Per lo sviluppo dell’infrastruttura di ricarica perla mobilità elettrica, sulla quale si sta già investendo, come del resto sulle reti elettriche, si farà presto ad accelerare íl passo. Anche lo sviluppo delle energie rinnovabili, pur tenuto al palo da burocrazia e lentezza dei permessi, potrà rimettersi in moto rapidamente.
C’è molto da fare per semplificare i processi, è vero. «Ma in questo settore esiste una base industriale forte, un numero di sviluppatori straordinario che ora sono frustrati dalla lentezza; in questo caso si tratta di eliminare vincoli e non di stimolare l’offerta di progetti». Dove manca la domanda, invece, è in un altro settore cruciale per il Pnrr, che inevitabilmente richiederà più tempo: la sostituzione degli autobus del trasporto pubblico locale, circa 6o mila in Italia, con mezzi elettrici meno inquinanti. Un processo oggi affidato alla buona volontà delle singole amministrazioni.