Fabio Storchi è il nuovo presidente del Gruppo Emiliano Romagnolo dei Cavalieri del Lavoro. Storchi subentra a Lorenzo Sassoli de Bianchi, giunto a scadenza di mandato. Storchi è stato eletto dall’Assemblea generale del Gruppo riunita il giorno 16 dicembre a Bologna.
Il neo presidente è numero uno di Unindustria Reggio Emilia, già alla guida di Federmeccanica nazionale, fondatore di Comer Industries e ora presidente di Vimi Fasteners, che produce sistemi di fissaggio per il settore industriale.
In occasione dell’Assemblea sono state anche finanziate trentatré borse di studio, di mille euro ciascuna, per studenti meritevoli di Istituti tecnici tecnologici statali regionale che nell’anno scolastico 2020/2021 abbiano superato l’Esame di Stato con votazione non inferiore a 100/100 o 100/100 e lode e abbiano ottenuto una votazione media non inferiore agli 8/10 nei singoli due anni precedenti.
Presenti al Consiglio Direttivo e all’Assemblea Generale i Cavalieri del Lavoro: Sonia Bonfiglioli, Stefano Borghi, Pietro Ferrari. Bruno Giglio, Maurizio Marchesini, Alberto Masotti, Guido Ottolenghi, Marco Palmieri, Giuseppe Parenti, Massimo Ponzellini, Lorenzo Sassoli de Bianchi. Fabio Storchi, Marco Vacchi, Grazia Valentini.
Riportiamo qui di seguito l’intervista al Presidente Storchi
pubblicata su Qn – Resto del Carlino del 17 dicembre 2021
Presidente Storchi, qual è l’obiettivo del suo mandato?
«Continuare, come Cavalieri del lavoro, a fornire un contributo di visione strategica rispetto alle grandi trasformazioni che stanno interessando il mondo».
C’è poi il tradizionale impegno per la formazione dei giovani. «
È nostro compito incoraggiare e favorire la formazione e l’istruzione dei giovani. Quest’anno abbiamo attribuito una trentina di borse di studio a studenti meritevoli».
Che tipo di formazione ritiene sia necessaria oggi?
«Una formazione che contempli conoscenze trasversali. Oggi è necessario sapere incrociare le conoscenze ed essere capaci di sviluppare sempre nuove competenze».
Una delle trasformazioni in atto riguarda l’ambiente. Che posizione avete?
«Sul tema della green transition c’è un aspetto ideologico che deve essere distinto dalle misure che vanno adottate in modo compatibile con l’economia. La politica deve essere coerente e pragmatica. Le politiche della transizione ecologica devono essere attuate con tempi e modi che non causino il dissesto del sistema produttivo».
È ottimista sul futuro immediato delle imprese emiliano romagnole?
«Lavoriamo per essere sempre più competitivi nei confronti del resto del mondo. Negli ultimi tempi, anche grazie alla forza dell’export, siamo diventati la regione di riferimento per crescita e sviluppo. E qui ci sono un sistema di competenze diffuso e la capacità di tradurre in prodotti innovativi le idee, nei tempi più rapidi a livello mondiale».