A Villa Rey, sede del Gruppo Piemontese dei Cavalieri del Lavoro, si è tenuto un convegno sul contributo al Risorgimento degli esuli piemontesi.
Dopo il drammatico esito degli eventi quarantotteschi, il Piemonte aveva infatti mantenuto con lo Statuto un regime liberale. Grazie a Cavour, primo ministro dal 1852, qui vigeva un clima di tolleranza e apertura, l’economia era prospera e la società all’avanguardia. Per tutti questi motivi, e molti altri ancora, il Piemonte divenne un importante punto di riferimento per gli esuli politici: più di 20.000 persone, tra cui alcuni dei più noti intellettuali dell’epoca che, portatori di tante esperienze e passioni, diedero il loro contributo per la causa italiana.
Nelle memorie dei rifugiati si parla del Piemonte come della Mecca degli esuli, perché arrivarono da varie parti d’Italia in cerca non solo di un rifugio, ma anche di un luogo in Italia che consentisse loro di continuare la milizia patriottica.
Fu un incontro tra personalità eccellenti, fondamentale per la cultura e per la stessa Nazione italiana, una grande migrazione: massiccia, qualificata, determinante per la rivoluzione risorgimentale. Il fatto che esuli di varie tendenze politiche e di varie regioni si trovassero l’uno a fianco dell’altro, o anche spesso di fronte all’altro, costituisce la palestra di formazione della classe dirigente nazionale, come dimostra il ruolo che molti di essi svolgeranno nello stato unitario.
E Torino così, ricca di fermento intellettuale, divenne la “capitale morale” dell’Italia, prima ancora di diventarne la capitale politica.
Dopo i saluti introduttivi del Presidente Benito Benedini, per la Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro, Sandro Buzzi per il Gruppo Piemontese dei Cavalieri del Lavoro e di Nerio Nesi per la Fondazione Cavour, sono intervenuti: Ester De Fort, Docente Storia Contemporanea all’Università degli Studi di Torino, Vittorio Marchis, Docente Storia della Scienza e delle Tecniche al Politecnico di Torino, Giuseppe Berta, Docente di Storia Contemporanea all’Università Bocconi di Milano, Enrico Iachello, Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Catania, Maurizio Sella, Presidente Banca Sella. Moderatore dell’incontro Gian Savino Pene Vidari, Docente di Storia del Diritto Italiano all’Università Degli Studi di Torino.