«Il nucleare è un discorso pratico, non teorico: c’è dappertutto ed è una fonte per generare energia assolutamente sicura, con un impatto ambientale minore rispetto ad altre».
Ugo Salerno, presidente e amministratore delegato del gruppo Rina, ha sollevato il tema dell’energia nucleare con forza, nel corso del dibattito andato in scena nel foyer del Carlo Felice nell’ambito dell’Alfabeto del Futuro.
Tema scivoloso, spesso affrontato con le lenti dell’ideologia, ma che pone dubbi e perplessità in un Paese come il nostro in cui c’è stato un referendum con cui i cittadini bocciarono il ricorso al nucleare. Tempi diversi, se si pensa a come l’argomento sia tornato di stringente attualità oggi, complice la crisi energetica e la necessità di trovare altre fonti di approvvigionamento anche a causa della guerra in Ucraina e alle difficoltà nell’importare gas russo. «La transizione energetica è la sfida più imponente che si trova davanti l’uomo – ha spiegato ancora Salerno – e le energie rinnovabili sono solo un pezzo della soluzione: attenzione a non buttarci su un’unica tecnologia».
Una riflessione rivolta anche a proposito del blocco della produzione, dal 2035, delle auto termiche. «Va fatta una riflessione sulla sostenibilità anche economica e sociale – ha spiegato l’amministratore delegato del gruppo Rina – e ho moltissimi dubbi su questi versanti. u elettrico va ricordato come altri Paesi sono in nettissimo vantaggio rispetto all’Italia, e se le batterie sono alimentate da centrali a carbone bisogna valutare anche l’impatto ambientale in senso più ampio. Senza un’analisi complessiva l’impatto delle tecnologie non si evince in maniera compiuta».
Per Salerno, poi, l’unica forma di energia che non ha impatto «è il risparmio energetico, che si ottiene anche migliorando la logistica: progetti come la nuova Diga oppure il tunnel subportuale consentiranno un miglioramento complessivo della vivibilità».
Articolo pubblicato l’8 Luglio da Il Secolo XIX