Roberto Soleti è un fisico delle particelle specializzato nello studio dei neutrini e nello sviluppo di rivelatori di particelle. Dopo aver conseguito un dottorato di ricerca presso l’Università di Oxford, è stato ricercatore presso l’Università di Harvard e il Lawrence Berkeley National Laboratory. Attualmente ricopre la posizione di Ikerbasque Research Fellow presso il Donostia International Physics Center, in Spagna.
Quando e come ha deciso di cercare lavoro all’estero?
Ho intrapreso questa strada già durante gli studi universitari, quando ho approfittato di una collaborazione tra l’Istituto Italiano di Fisica Nucleare e il Fermilab di Chicago per recarmi negli Stati Uniti.
Per un ricercatore in fisica delle particelle è imprescindibile quantomeno un periodo di formazione in uno dei grandi laboratori mondiali (Fermilab, CERN, J-PARC). Successivamente ho avuto la fortuna di essere selezionato per un programma di dottorato presso l’Università di Oxford, dopo il quale ho effettuato due periodi come ricercatore presso l’Università di Harvard e il Lawrence Berkeley National Laboratory.
Sono poi rientrato in Europa con una posizione tenure-track presso il Donostia International Physics Center, in Spagna.
Quali sono i fattori di maggiore soddisfazione oggi per lei dal punto di vista professionale?
Sicuramente la possibilità di lavorare in progetti scientifici di avanguardia e la grande libertà di ricerca che il mondo accademico offre. Inoltre, il ruolo di supervisore per studenti di dottorato rappresenta una grande fonte di soddisfazione quotidiana, contribuendo a formare nuove generazioni di scienziati.
Ha in programma di rientrare in Italia?
Al momento non prevedo di rientrare a breve termine. Benché l’Italia sia tra i paesi leader nel campo della fisica delle particelle, ottenere una posizione stabile al mio livello di carriera (tenure-track) è molto complicato.
La precarietà del sistema accademico italiano rappresenta probabilmente il fattore più importante che mi ha spinto a rimanere all’estero. Per un ricercatore, la retribuzione non è generalmente la motivazione principale; tuttavia, i salari in Italia sono significativamente più bassi rispetto a quelli di altri paesi, inclusa la Spagna, rendendo ancor più complicata la decisione di un eventuale ritorno.
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