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Innovazione al servizio dei pazienti. Orta: sanità motore di crescita. | Civiltà del Lavoro 6/2023

19.02.2024

Articolo pubblicato nella rivista n.6/2023 di Civiltà del Lavoro

 

Quarta generazione di una famiglia attiva da oltre 130 anni nel settore della sanità privata. È fondatore, presidente e amministratore delegato dell’ospedale privato Santa Viola di Bologna, amministratore delegato del Consorzio Ospedaliero Colibrì e fondatore e presidente di Clinicadomicilio. Ci racconta le principali tappe del suo percorso?

Fin da ragazzo seguivo mio padre per cercare di imparare il più possibile e subito dopo la laurea mi sono dedicato allo studio degli aspetti organizzativi del nostro settore approfondendo i diversi standard applicabili, arrivando a ricoprire il ruolo di team leader sia rispetto all’accreditamento istituzionale che rispetto alla certificazione UNI EN ISO 9000, svolgendo più di trecento visite ispettive come auditor e team leader certificato CE PAS. Per circa dieci anni sono stato presidente nazionale del gruppo giovani di AIOP, e nel frattempo ho iniziato a muovere i primi passi nelle aziende di famiglia. In questo periodo ho organizzato numerosi Study Tour in tutto il mondo per poter studiare i sistemi sanitari e le strutture più avanzate a livello globale.

Dopo aver gestito per alcuni anni una delle RSA del nostro gruppo, ho fondato, insieme a mia moglie, l’Ospedale Santa Viola. In questa struttura ho potuto riversare tutte le esperienze acquisite fino a quel punto e nel 2009, sempre insieme a mia moglie che ne è presidente, abbiamo costituito il Consorzio Ospedaliero Colibrì. Oggi il Consorzio raggruppa 23 società attive nei settori sanitario, sociosanitario e del benessere. Con 3.430 posti letto, 8.129 dipendenti e quasi due milioni di prestazioni eseguite nel 2022 siamo, oggi, uno dei più importanti provider della nostra regione. Le strutture sanitarie sono organizzazioni estremamente complesse e dinamiche dove la formazione continua, la ricerca e lo scambio di esperienze ed informazioni fra professionisti, sono elementi imprescindibili per raggiungere prestazioni eccellenti e il Consorzio è particolarmente attivo proprio in queste attività.

La pandemia ha cambiato l’approccio dei cittadini verso il mondo della sanità?

Certamente, la pandemia ha avuto un enorme impatto sulla percezione del ruolo svolto dal Servizio Sanitario Nazionale nel nostro Paese e ha evidenziato in modo chiaro quale riflesso questo possa avere sull’economia. La sanità non solo costituisce una delle principali “infrastrutture” che garantiscono lo sviluppo sociale ed economico ma è essa stessa un importante motore di crescita. Sarebbe auspicabile che questa consapevolezza diffusa non si disperdesse rapidamente visto che le sfide cui è chiamato il Servizio Sanitario Nazionale nei prossimi mesi sono davvero complesse e i rischi connessi sono estremamente rilevanti.

Un anno fa ha aperto le porte, a Casteldebole, la nuova sede di Villa Bellombra, presidio ospedaliero specializzato nella riabilitazione intensiva con tecnologia robotica. Come si coniugano salute e innovazione?

L’efficace tutela della salute è assolutamente dipendente dall’innovazione e questi anni si stanno caratterizzando per uno straordinario sviluppo di nuove tecnologie diagnostico-terapeutiche e nuovi farmaci. Con la realizzazione della nuova Villa Bellombra abbiamo cercato di innalzare ulteriormente gli standard tecnologici, organizzativi e strutturali. L’area di degenza si sviluppa tutta al piano terreno evitando completamente qualsiasi barriera architettonica. La permeabilità visiva dell’edificio è stata aumentata per beneficiare delle ampie aree verdi. Tutte le camere sono dotate di veranda e accesso privato al giardino. Disponiamo dei tre esoscheletri robotici più evoluti oggi disponibili per gli arti inferiori e superiori e partecipiamo ad importanti trial clinici collaborando con istituti ed università in tutto il mondo. Abbiamo anche dato molto risalto alla riabilitazione in acqua, ai giardini riabilitativi, l’ultimo dei quali verrà inaugurato la prossima primavera, e infine abbiamo previsto spazi dedicati all’arte con mostre di pittura, installazioni, sculture e concerti per dare ai nostri pazienti la più ampia rosa di stimoli al fine di massimizzare la funzione riabilitativa.

La sua attività si concentra prevalentemente in Emilia-Romagna. Quanto contano per lei le proprie origini?

Le origini sono importantissime perché definiscono un ventaglio di valori che condividiamo e che ci trasformano in una comunità. I servizi sanitari non possono essere delocalizzati quindi si rivolgono prevalentemente ad un territorio definito e devono essere in grado di interpretarne i bisogni e le caratteristiche ma oggi la sanità ha anche una dimensione globale che è fondamentale per poter offrire prestazioni di qualità. Noi siamo concentrati in Emilia-Romagna ma le nostre strutture hanno relazioni consolidate a livello globale e accettano un numero costantemente crescente di pazienti provenienti da altre regioni e anche da altri paesi. Il nostro obiettivo è di coniugare prossimità e globalizzazione attraverso il costante confronto con le realtà leader a livello mondiale per poter condividere le best practice, sostenere gli investimenti e progredire costantemente. Per fare questo organizziamo study tour, interscambi di professionisti e ci sottoponiamo a regolari visite di controllo da parte di società internazionali di accreditamento all’eccellenza come Accreditation Canada e ISO.

Quando ha saputo di essere stato nominato Cavaliere del Lavoro cosa ha provato e cosa rappresenta per lei questa onorificenza?

L’emozione che si prova credo davvero che sia difficile da descrivere. Senza una squadra forte e coesa credo che sia impossibile raggiungere risultati importanti e, per questo, voglio condividere questo prestigiosissimo riconoscimento con la mia famiglia e con tutti i colleghi
che ogni giorno si impegnano al massimo per il buon funzionamento delle nostre strutture.

 

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