L’unica è tentare la sorpresa. Dopo quarant’anni nella stanza dei bottoni Enrico Salza, uno degli uomini che hanno tirato le fila del sistema bancario italiano, il grande burattinaio della politica torinese degli anni Novanta, uno dei sostenitori della rivoluzione dei giovani imprenditori che portò Vittorio Merloni alla guida di Confindustria, ha l’abitudine a erigere barriere naturali contro ogni domanda che tende a scavare nel profondo del suo personaggio. Bisogna colpire a bruciapelo: «Salza, che cos’è il potere?». Passa un solo secondo: «Il potere è responsabilità >. Accidenti, si era preparato. Altroche effetto sorpresa… Alla vigilia degli 87 anni Enrico Salza si comporta come se continuasse a ricoprire le cariche strategiche del passato. Una giornata piena di appuntamenti, «Il pranzo con quel manager in cima al grattacielo? Certo ma prima devo chiudere il report. Ditegli che sto arrivando». Oggi il geometra, come continuano a chiamarlo a Torino nonostante le lauree in Ingegneria, guida Tinexta, società di consulenza digitale per le imprese con 2.500 dipendenti in 12 Paesi del mondo. I dati, la digitalizzazione, una delle passioni della vita: «Quando guidavo la Camera di Commercio di Torino ci associammo alle Camere Venete per raccogliere i dati sui bilanci delle imprese.