«Dai nostri cantieri escono yacht che costano in media io milioni di euro». Stando a quanto ricorda il suo presidente e amministratore delegato verrebbe da dire «pochi ma buoni» . Sono gli yacht e gli superyacht costruiti ogni anno nei cantieri navali Sanlorenzo di La Spezia che, nella filosofia dell’azienda, sono progettati e realizzati secondo le richieste, i desideri e lo stile di ogni singolo armatore. Il cantiere può infatti soddisfare solo 5o clienti all’anno realizzando un prodotto artigianale personalizzato di alta gamma e frutto di un percorso condiviso con il committente e del supporto di designer in grado di creare soluzioni «cucite su misura».
Secondo produttore al mondo di superyacht, in base alla classifica stilata dalla rivista Boat International, Sanlorenzo nel 2022 ha superato i 74o milioni di fatturato con una crescita del 26,4 per cento rispetto al 2021 e puo contare su un portafoglio ordini da oltre un miliardo. Dal 2005 al timone c’è Massimo Perotti, 62 anni, presidente e chief executive officer dell’azienda e componente del Consiglio di presidenza di Confindustria Nautica dopo esserne stato presidente nel 2014. Quest’anno, al Salone Nautico di Venezia, Sanlorenzo porterà due Blu Game, barche da diporto lunghe 12 e 16 metri ma soprattutto la SL78, yacht di 24 metri ed entry level della storica linea che ha fatto il successo del brand e che sarà ormeggiato all’ombra della «Building Bridges», celebre opera di Lorenzo Queen costituita da sei coppie di mani unite a formare un fila di ponti posti sui bacini di carenaggio dell’Arsenale.
Tra innovazione e sostenibilità, come vede il futuro della nautica di alta qualità?
«A Venezia presenteremo un modello in scala 1:3 del tender BGH che parteciperà alla Coppa America in programma a Barcellona nel novembre del 2024. Un’imbarcazione che rappresenta íl massimo della sostenibilità, un multiscafo di lo metri con foil dinamici alimentato da fuel cells ad idrogeno che volerà a 5o nodi a zero emissioni. Nel futuro le nostre barche saranno alimentate solo ad idrogeno e metanolo. L’idrogeno sarà utilizzato per quelle da diporto sotto i 24 metri, mentre il metanolo ecologico che viene trasformato in idrogeno alimenterà gli yacht sopra i 24 metri».
Qual è il vostro mercato di riferimento e che a che tipologia di clientela vi rivolgete?
«II 65 per cento del nostro mercato e l’Europa, dove noi abbiamo una tradizione consolidata da oltre 65 anni di attività, ma siamo presenti in tutto Il mondo con un 20% in America, un lo in Asia e Oceano Pacifico ed un 5 in Medio Oriente. Direi che Sanlorenzo ha un business model un po’ particolare che ci permette un margine lordo del 18,5 per cento, il più alto del settore, ma siamo anche la società più resiliente in caso di cambio di ciclo economico perché i nostri clienti sono i cosiddetti super ricchi che possiedono grandi ricchezze e asset da generazioni e che non sono professionisti o manager che acquistano una barca al massimo da un milione di euro in base all’incasso di un bonus aziendale».
Come gruppo siete soci cofondatori della Fondazione Venezia Capitale Mondiale della sostenibilità.
«Un anno fa a Venezia abbiamo acquistato e stiamo ristrutturando una casa che si trova davanti alla Basilica della Salute, che dal 2024 sarà la sede della Fondazione Sanlorenzo e che produrrà arte, cultura e filantropia. La sede ospiterà la collezione permanente di arte contemporanea del cantiere e sarà luogo per programmi educativi, conferenze, residenze d’artista e spettacoli. Consideri che oggi lo yachting ha un’incidenza sulle emissioni di CO2 dello o,00006 per cento quindi nullo, per questo ci piace l’idea di far parte di una Fondazione come quella presieduta Renato -Brunetta che ha come oggetto di attenzione la sostenibilità».
Articolo pubblicato il 31 maggio 2023 da “Corriere del Veneto Salone Nautico”