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Ugo Salerno: La difesa del mare è una priorità. Necessario raccogliere la pioggia

10.07.2023

Acqua elemento vitale per sopravvivere, per crescere, per emozionarsi. All’acqua – l’oro di sempre – è dedicato il convegno annuale che oggi la Federazione nazionale dei Cavalieri del Lavoro ha organizzato a Genova, dopo aver toccato Roma e Bologna negli ultimi due anni. In Italia i Cavalieri del Lavoro sono 640, di cui 29 in Liguria, coordinati dal presidente Ugo Salerno, numero uno del Rina. L’onorificenza è esclusiva, viene assegnata dal Presidente della Repubblica nel numero massimo di25 l’anno.

Per il convegno di Genova avete scelto il tema dell’acqua, di grande attualità.

«Il tema è stato scelto l’anno scorso, in omaggio alla città e alla regione, prima ancora che diventasse di attualità».

L’evento si articola su tre tavole rotonde, la prima dedicata alle emozioni.

«Volevamo sottolineare questo aspetto, perché l’acqua non è solo una risorsa da trattare in maniera tecnica, bensì una fonte inesauribile di grandi emozioni. Giovanni Soldini, velista, racconterà ciò che vede attraversando i mari di tutto il mondo. Umberto Pelizzari, primatista mondiale di apnea, ci dirà cosa si prova a tuffarsi nel blu degli abissi incontrando gli animali padroni del mare. Il comandante Sergio Liardo della Capitaneria di Porto racconterà cosa significa lavorare sul mare per aiutare le persone. Carlo Croce testimonierà come il mare possa essere terapeutico per i ragazzi con disabilità. Massimo Perotti ci racconterà come il sogno di una yacht può essere anche compatibile dal punto di vista ambientale».

Per continuare a emozionare e curare, il mare deve essere tutelato.

«È il tema della seconda tavola rotonda. Tra gli interventi, Cleopatra Doumbia Henry, che è presidente della Word Maritime Univerisity, l’università della Imo, l’agenzia della Nazioni Unite. E poi il segretario generale della Fondazione Acquario di Genova Antonio Di Natale, che ci parlerà della Carta dei diritti dell’oceano; l’ecologa marina Arianna Liconti; il presidente della Filtrex Luigi Vincenzo Riolo, che spiegherà come i piccoli organismivegetali si spostino attraverso il trasporto marittimo, perché questo non è bene per l’equilibrio e come lo si può evitare. Alessandro Leto, fondatore della Water Academy, parlerà di talassocrazia».

Ultime, non certo per importanza, le acque interne.

«Aprirà i lavori Giovanni Maria Flick, il diritto di tutti all’acqua. Quindi il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, parlerà del settore che è il principale consumatore di acqua del Paese; Giorgia Pontetti illustrerà le tecniche di agricoltura idroponica; Regina De Albertis racconterà ciò che le costruzioni devono fare per evitare lo spreco; Carlo Pontecorvo di Ferrarelle spiegherà la differenza tra acqua dolce e acqua minerale e cosa può fare la minerale per le coltivazioni. Iacopo Veneziani parlerà di acqua e arte».

Il mare e le acque interne. Quali sono le priorità del Paese, asuo avviso?

«Per quanto riguarda il mare, la priorità è la salvaguardia del suo stato di salute, il rispetto ambientale e l’attenzione a migliorare non solo lo stato dell’acqua, ma anche di fauna e flora».

La pioggia?

«Andiamo verso una situazione di eventi estremi. Genova non ha problemi di mancanza di acqua, ma per l’Italia occorre, da un lato, rivedere con serietà tutto ciò che è legato al dissesto idrogeologico, all’impatto che gli eventi estremi possono avere sul territorio: quindi canalizzazioni e rinforzi».

E dall’altro affrontare il tema del recupero: l’Italia?

«Siamo lontani dalla sufficienza. Nel 2022 abbiamo avuto la siccità, un fenomeno di cui, di fatto, siamo responsabili: la quantità di acqua piovuta nel 2022 sarebbe stata molto più che sufficiente a tutte le necessità – dall’agricoltura, all’industria agli usi civili – se l’avessimo raccolta».

Quali interventi servono?

«Occorre ripulire e migliorare gli invasi esistenti e poi crearne di nuovi in numero sufficiente a raccogliere dalla pioggia l’acqua che ci serve. Servono invasi e canalizzazioni. Ravenna si è salvata dall’allagamento grazie a un canale napoleonico che hanno riattivato».

I canali costruiti nell’Ottocento sono recuperabili?

«Oggi sono interrati, ma sono assolutamente riattivabili, anche con interventi relativamente semplici».

Invasi e canalizzazioni non sono opere onerose?

«Non sono né tecnicamente complicate né onerose. I problemi sono altri. Pensiamo alla manutenzione degli invasi esistenti, molti sono pieni di detriti accumulati nel tempo. Non si ripuliscono perché è estremamente complesso dal punto di vista burocratico, assomiglia ai dragaggi dei porti. Anche per realizzare nuovi invasi, le procedure sono tali che costringono a tempi lunghissimi opere semplici».

Il Pnrr?

«Prevede investimenti nella parte idrica e idraulica, speriamo di riuscire a realizzarli in tempo. Si dà la colpa alla burocrazia, che a volte è lenta, ma il vero problema è che per qualurnque iniziativa si devono coinvolgere un numero di entità spropositato. Sono le norme che impediscono decisioni rapide».

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