“Per crescere l’Italia deve recuperare competitività. Abbiamo un gap di decine di anni che va colmato. La crisi non fa più prigionieri. Investire in arte e cultura vuol dire dare un valore aggiunto, un lustro, a tutta la filiera produttiva del Paese”. Lo ha detto Antonio D’Amato, presidente della Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro, concludendo il convegno nazionale “Arte, Cultura e Imprese” che si è svolto stamane a Firenze presso il Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio. Al centro dell’iniziativa, realizzata in collaborazione con il Gruppo Toscano dei Cavalieri del Lavoro, l’analisi dell’impatto degli investimenti in cultura sul Made in Italy e sulla sua capacità di riconquistare quote nuove e a più alto valore aggiunto sui mercati globali. Per l’ex presidente di Confindustria, “per essere davvero competitivi occorre intervenire su tutti gli aspetti del sistema-Paese. Serve rendere l’Italia più produttiva attraverso radicali riforme del mercato del lavoro e del modo di fare relazioni industriali. E’ necessario semplificare la burocrazia, recuperando la certezza del diritto e rendendo più trasparente, equo e certo il rapporto fra contribuenti e fisco. Al tempo stesso, bisogna investire di più in education e nella formazione dei giovani e delle intelligenze, governando meglio il nostro territorio, le nostre città e i nostri monumenti, e valorizzare tutto il patrimonio culturale e artistico, che rappresenta l’identità stessa del nostro Paese”. D’Amato ha, inoltre, ricordato il Protocollo firmato nei giorni scorsi con il Mibact per favorire forme più intense e nuove di collaborazione fra pubblico e privato: “ Siamo convinti che per catalizzare più investimenti privati nella protezione e valorizzazione dei patrimonio culturale occorre fare passi in avanti lungo tre linee-guida: una migliore governance che garantisca un rigoroso controllo pubblico e al tempo stesso trasparenza ed efficacia degli investimenti; la certezza che gli interventi realizzati siano preservati e manutenuti nel tempo; e un trattamento fiscale adeguato per favorire gli investimenti privati”.
Dopo l’introduzione dei temi del convegno con Cesare Puccioni, Presidente del Gruppo Toscano dei Cavalieri del Lavoro, è seguita la tavola rotonda intitolata “Arte e Cultura come leve per la valorizzare il sistema Paese”, alla quale hanno partecipato Giuseppe Falco, amministratore delegato The Boston Consulting Group Italia, Grecia e Turchia, Cristina Giachi, vice-sindaco di Firenze, Paolo Mieli, editorialista del “Corriere della Sera”, e il Cavaliere del Lavoro Luca Cordero di Montezemolo, Presidente del Comitato Promotore Roma 2024.
“Sul turismo, in questi anni, abbiamo lavorato male – ha detto Luca Cordero di Montezemolo – Bisogna cambiare strada partendo da due premesse: abbiamo un grande capitale culturale e artistico e dobbiamo investire di più. Un Paese che non investe è un Paese che non ha fiducia nel suo futuro”. Montezemolo ha ricordato che negli ultimi anni l’Italia ha perso posizioni, attraendo meno turisti anche rispetto a Paesi che precedentemente erano molto più indietro. Un caso per tutti: la Germania ha 13 milioni di turisti meno dell’Italia, ma spende 5,5 miliardi di euro in più in questo settore. “Se riuscissimo a far spendere ai turisti che arrivano in Italia quanto spendono in Germania – ha spiegato – il nostro Pil aumenterebbe dell’1,2%, pari a 19 miliardi di euro”. C’è poi il problema di alcune grandi metropoli, come Roma. “Tralasciando come è ridotta – ha aggiunto – è umiliante pensare che si trovi al 14° posto in termini di attrazione turistica nella classifica delle grandi città del mondo”. Cosa si deve fare? Per Montezemolo occorre puntare su un grande piano strategico del turismo, con una cabina di regia degli interventi che eviti “quello che ho visto troppe volte in giro per il mondo: stand curati dalle singole regioni, tanti sprechi e zero coordinamento. Meglio puntare su un piano di promozione e comunicazione del brand Italia e dare spazio ai processi di digitalizzazione nel settore del turismo”.
Per il ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, “il 2017 sarà un anno difficile perché i fattori di incertezza si sono moltiplicati nel tempo. Ma proprio per questo, occorre mettere in campo un massiccio piano di investimenti, che sono, in primo luogo, investimenti privati. Poi sono necessari anche quelli pubblici”. Il ministro ha confermato che nella prossima manovra economica troverà posto il piano Industria 4.0: “Vogliamo attivare 13 miliardi di incentivi automatici, senza fare bandi e dando quindi fiducia alle imprese. L’Italia ha tre driver da utilizzare a pieno per la crescita: la manifattura, il turismo e le scienze della vita. Dobbiamo saper valorizzare le nostre eccellenze, che sono tante. Dal 2008 ad oggi, il nostro export ha raggiunto i 120 miliardi di euro anche se con la crisi abbiamo perso il 25% della nostra capacità produttiva. Se vogliamo risalire la classifica dei flussi turistici, la strada più immediata ed efficace è quella di una governance più forte e l’attivazione di nuovi investimenti”.
Investire in arte e cultura, per il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini, “significa non solo investire sul turismo, ma anche aumentare la competitività del nostro Paese per farci conoscere ancora di più nel mondo. Non bisogna, però, puntare su quei turisti che, scendendo dalla nave, seguono la bandierina della guida, ma ad un tipo di turismo alto che porti ricchezza”. Il ministro ha infine anticipato che entro la fine dell’anno sarà varato il piano strategico del turismo e che, nel 2016, ci sarà ancora un saldo positivo dei flussi turistici, dopo l’incremento registrato nel 2015.
Alla seconda tavola rotonda, “Valore e brand equità del Made in Italy”, introdotta dalla relazione di Marco Fortis, direttore della Fondazione Edison, sono intervenuti i Cavalieri del Lavoro Piero Antinori, presidente onorario della Marchesi Antinori, Adolfo Guzzini, presidente di iGuzzini illuminazione, e Maurizio Marchesini, presidente di Confindustria Emilia Romagna. Ha introdotto e moderato le tavole rotonde Enrico Mentana, direttore del Tg La7.
Il convegno fiorentino è la terza tappa “Progetto Cultura”, avviato dai Cavalieri del Lavoro e che ha già affrontato, con due workshop, i temi della governance dei poli museali (Firenze, settembre 2015) e della diffusione della cultura e della conoscenza dell’arte nella scuola e nella società (Perugia, marzo 2016).
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