« Torino non è triste, è una città seria. Un territorio che ha tutti gli elementi per tornare a intraprendere un percorso di sviluppo che è stato un po’ abbandonato negli ultimi 15 anni». Camillo Venesio sta organizzando una grande festa: 1.70o ospiti stasera festeggeranno i primi 110 anni di Banca del Piemonte, di cui è amministratore delegato e direttore generale. «infatti siamo di ottimo umore, tutt’altro che tristi; mi spiace se qualcuno pensa il contrario perché confonde serietà con la tristezza», dice riferendosi alla battuta, poco apprezzata in città, di Luca dl Montezemolo secondo cui il declino dell’auto a Torino e la mancanza di leadership avrebbero sprofondato la citta in depressione. «Stasera festeggiamo un anniversario ma parleremo di futuro con gli amici di sempre: i dipendenti, i clienti, i partner, le istituzioni e i rappresentanti delle associazioni del territorio».
Dottor Venesio, perché una banca dovrebbe fare festa?
«Perché no anni sono tanti. Siamo un’impresa torinese, piemontese e siamo arrivati a questo compleanno forti e in salute, non sono cose scontate. E c’è voglia di ritrovarsi anche perché cl aspettano mesi difficili, da affrontare con serietà ma anche con ottimismo. Le difficoltà si vincono assieme». 11 pendolo degli analisti economici oscilla previsione tra crescita zero e recessione.
Che Piemonte sarà nei prossimi mesi?
«Le Imprese sono solide, ho fiducia in questo territorio. Ma andiamo incontro a un semestre difficile, il peso del caro energia si manifesterà con prepotenza nel 2023. Credo ci sarà un brusco stop, una micro-recessione ma poi torneremo a crescere. Su questo sono in linea con Carlo Messina, il ceo di Intesa Sanpaolo ha parlato di una crisi transitoria».
Giorgio Marsiaj, presidente degli industriali, ha ipotizzato per Torino una Zona economica speciale. Che ne pensa?
«Sono in generale strutturalmente d’accordo con Marsiaj. Non conosco bene il dossier. Ma se ci sono normative e sgravi che possano aiutare a crescere ed ad attirare investimenti dico: perché no».
Una banca è specchio del territorio a cui fornisce credito. Banca del Piemonte come sta?
«Noi stiamo bene: 4,6 miliardi di euro di raccolta, un totale attivo di 3 miliardi, crediti a imprese e famiglie impiegati per 1,7 miliardi, un utile semestrale pari a 6 milioni di euro, e una patrimonializzazione tra le più alte d’Europa, il 17%. Lavoriamo come pazzi in un mercato difficile e il prossimo anno sarà dura anche per noi. Ma ritengo che in Piemonte ci sia spazio per crescere e sostenere famiglie e aiutare le imprese».
Come si fa banca in un contesto così difficile?
«Stasera lo racconterò, in una chiacchierata con Mario Calabresi».
Articolo pubblicato il 12 ottobre da “Il Corriere di Torino”