Vincenzo Manes, imprenditore e filantropo, racconta in uno speech, che lui intitola «II falso mito della meritocrazia», la sua vitae le sua visione, in una serata alla Università Luiss, dove è stato premiato Alumnus dell’anno 2023. Da giovane studente del sud fino all’ateneo romano, un po’ per caso finito a studiare economia, ma poi lanciato rapidamente nella finanza grazie a incontri decisivi e fortuiti. E questo è l’inizio si un percorso fatto di crocicchi casuali che lui imbocca in scioltezza, fino a fondare, giovanissimo, il primo fondo di private equity in Italia, e poi anni dopo ad acquisire quello un tempo era il quarto gruppo industriale d’Italia, oggi Kme. Ma forse la sfida più grande è stata la fondazione e il lancio di Dynamo Camp, gruppo di organizzazioni sociali diversificate per missione e settore di appartenenza, tra cui Fondazione DynamoCamp, che dal 2007 regala programmi di Terapia Ricreativa a oltre 9omila persone, tra cui bambini con patologie gravi e croniche, supportando le loro famiglie. Dynamo Camp ogni anno impiega in pianta stabile 250 persone e lavora con più di 2mila volontari. E per questo enorme progetto fondamentale è stato l’incontro con l’attore Paul Newman, che tra i primi gli ha lanciato il messaggio dell’inizio: guardare alla fortuna che si è avuto come lente di ingrandimento della propria vita, e punto di partenza per condividere.