Piaggio, non solo Vespa. La vicenda di una delle più importanti famiglie imprenditoriali italiane – i Piaggio appunto -, si intreccia con quella della mobilità di un Paese che si risolleva da una guerra devastante, e prosegue tutt’oggi anche su fronti ad alta tecnologia e competitività come quello aeronautico. Tant’è che proprio Piaggio Aerospace è finita nuovamente sotto i riflettori di Leonardo per una possibile acquisizione. E con ragione, visto che se “l’altra Piaggio” ha sempre in Vespa la sua punta di diamante, la Piaggio Aerospace è riuscita ad accrescere il suo portafoglio ordini grazie al suo P.180, un velivolo che continua ad essere apprezzato e richiesto in tutto il mondo. Tutto, come è raccontato in Famiglia e impresa.
Storie di Cavalieri del Lavoro libro presentato in questi giorni, inizia con Rinaldo Piaggio che nel 1884 costituisce a Sestri Ponente un’azienda che ha negli arredamenti navali la sua principale attività e che dopo qualche tempo si espande anche nella produzione di materiale rotabile. Nel 1915 Piaggio decide il salto nel settore aeronautico. Non aerei completi, per ora, ma parte di questi. Il primo velivolo costruito interamente dall’azienda ligure arriva dopo la prima guerra mondiale: è il Dornier Wal, un idrovolante passeggeri tedesco che raccoglie buoni risultati collegando Genova, Roma-Ostia, Napoli, Palermo e Tripoli. È da quel progetto che Piaggio decolla nella costruzione di velivoli ma anche di componenti che faranno la storia dell’aeronautica: i motori stellari e le eliche a passo variabile sono
ancora oggi nei ricordi degli aviatori esperti.
Anche Piaggio, tuttavia, deve fare i conti con i disastri del secondo conflitto mondiale. Gli stabilimenti semidistrutti e la necessità di dare comunque lavoro agli operai, spingono Enrico Piaggio, uno dei due figli di Rinaldo, a tentare una strada nuova: quella della mobilità su gomma. È da lì che nasce Vespa, per mano di Corradino D’Ascanio geniale progettista aeronautico e inventore dell’elicottero italiano. Cattività nel settore aeronautico non viene però per nulla trascurata. Anzi, dalla metà degli anni Quaranta fino alla metà dei Sessanta la costruzione di veicoli a due ruote va di pari passo con quella degli aerei. Poi, nel 1964, arriva una decisione: le due divisioni produttive vengono separate. Enrico Piaggio prosegue con Vespa a Pontedera in Toscana, mentre il fratello Armando continua la produzione aeronautica nello stabilimento di Sestri Ponente che diventa Industrie Aeronautiche e Meccaniche Rinaldo Piaggio.
È dalle officine liguri che Armando Piaggio (Cavaliere del Lavoro come poi anche il figlio Rinaldo) avvia una serie di collaborazioni internazionali e la progettazione del P.180 ancora oggi, come si è detto, in primo piano nei mercati del settore. Che però diventa sempre più competitivo e con un livello di investimenti altissimo. Nel 2014 l’azienda viene acquisita da Mubadala Development Company, fondo sovrano del governo di Abu Dhabi e nello stesso anno cambia nome mentre si trasferisce nel nuovo stabilimento di Villanova d’Albenga. Poi è storia di oggi che cerca di far tesoro del passato.
Articolo pubblicato il 6 dicembre da Avvenire