Il progetto più complicato è stata la vetrina per la tuta spaziale con cui Neil Armstrong ha mosso i primi passi sulla Luna. Per conservare il materiale gommoso pensato non per durare nel tempo, ma per dare il massimo in quella circostanza, Goppion ha costruito un manichino “attivo” sulle misure dell’astronauta che, attraverso un sistema di controllo microclimatico, soffia aria nel tessuto, a sua volta assorbita da un filtro che blocca i principi nocivi. Il più prestigioso è stata la teca della Gioconda al Louvre, composta da una lastra di vetro antiriflesso a più strati, una blindatura in acciaio ad alta resistenza e un sistema di stabilizzazione dell’umidità relativa che tiene costantemente controllata la temperatura dell’aria a contatto con la tavola di pioppo su cui è dipinto il ritratto più famoso del mondo. Ma il più delicato, quello che ha cambiato il destino di una piccola ditta di vetri di Trezzano sul Naviglio, aprendole la strada per diventare leader nella progettazione di sistemi espositivi e conservatovi peri musei più importanti del mondo, è stata la serie di vetrine commissionate da Buckingham Palace per i Gioielli della Corona. A testarle furono i servizi segreti inglesi che le portarono in un hangar e le sottoposero all’esplosione di una bomba. Non ci furono lamentele e ancora oggi, quasi vent’anni dopo, le gemme della regina Elisabetta sono protette dalle stesse teche. «La Torre di Londra fu per noi il momento della svolta — racconta Alessandro Goppion, patron dell’azienda fondata dal padre Nino nel 1952 a Porta Genova, nominato Cavaliere del Lavoro nel 2015 —. I nostri avversari erano i tedeschi e noi, a quel tempo, eravamo ancora inesperti in questo campo. Ma ha vinto il made in Italy, l’eccellenza dell’artigianato lombardo. Per me è stata un’importante scuola di vita, un’esperienza che aprì all’azienda le porte dell’Europa e degli Stati Uniti». Un’autostrada verso il successo che ha portato Goppion fino a Hong Kong e Sidney, New York, Parigi e Olso, lavorando al fianco di archistar del calibro di Norman Foster, Jean Nouvel e Richard Meier. La prossima impresa sarà per la Biblioteca del Congresso di Washington, la più grande raccolta di libri al mondo, con un catalogo di 170 milioni di titoli fra cui una copia della Bibbia di Gutenberg, primo volume stampato in Europa con caratteri mobili nel 1455. Goppion ha vinto la gara alla fine dell’anno scorso e, fra un paio d’anni, consegnerà più di venti teche.
Articolo pubblicato il 27/02/2022 da La Repubblica Milano