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La via di illimity: transizione con il recupero di siti dismessi

27.06.2022

Nel 2019, solo in Veneto, c’erano umila edifici in disuso. In Italia erano circa 2oomila, per un controvalore di 6o-7o miliardi. Ristrutturarne e recuperarne anche solo una parte installando pannelli solari sulle loro superfici consentirebbe di produrre energia per i proprietari e da immettere sul mercato. La ricerca promossa da íllimity e realizzata da McKinsey e Company – illustrata ieri nel primo evento promosso da Mimity Bank Spa per favorire il dialogo tra finanza e Pmi – ha esplorato i megatrend che guideranno l’evoluzione del Real Estate così come la trasformazione di modelli di business delle imprese.

«Oggi – ha detto Andrea Clamer, head of distressed credit division di illimity – possiamo parlare di una vera e propria Real Estate Revolution, partendo da sostenibilitàe rigenerazione urbana. Illimity, nel suo piccolo, con il desk Energy, sta raggiungendo il primo target di investimento di loo milioni di euro in impianti fotovoltaici attraverso la joint venture con VEI Green, che ha prodotto nel corso del 2021 9,1 GWh di energia rinnovabile».

Gli spazi degli edifici sono destinati ad evolversi per accogliere in modo sempre più efficiente nuove soluzioni, come gli In-house farming – ovvero le colture verticali che permettono di realizzare dal piccoli orti alle grandi produzioni alimentari – e i rooftop energy, ovvero la destinazione dei nuovi tetti o la conversione degli spazi di edifici esistenti in aree di produzione di energia solare Non solo. In collaborazione con Albergo Etico, Illimity sostiene l’attività di rigenerazione sociale di asset immobiliari. «Anche per questo è nata llimity- ha ricordato Corrado Passera, fondatore e ceo di Illimity – per supportare le imprese con potenziale e per rispondere ad un bisogno molto sentito, quello del credito: credito alla crescita e allo sviluppo, credito di ristrutturazione e di rilancio e credito distressed con potenziale». Entro il 2025 si calcola che saranno 2 milioni i residenti in Italia che avranno difficoltà ad abitare case di standard adeguato, in un Paese dove l’edilizia sociale è pari a circa un quarto rispetto a quella mediamente diffusa In Europa a livello pro-capite. Accanto ai fondi del Pnrr manca però ancora una politica perla casa “accessibile”, per la locazione, che sia una necessità o una scelta. «Nel 2021- ha detto Silvia Rovere, presidente di Assoimmobiliare – in Europa sono stati spesi 90 miliardi solo per il Built to rent. Di cui 5o solo in Germania. In Italia, meno di i miliardo. Leggi e fisco non lo Incentivano. Così I nostri istituzionali vanno a investire all’estero in case in classe A. Mentre in Italia restano quelle in classe Fe G, con bollette che sono 8 volte più care di quelle delle case efficienti. La transizione ecologica e degli stili di vita è anche economica, ma se non si investe restiamo al palo».

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Articolo pubblicato il 24 Giugno da Il Sole 24 Ore

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