Essere insignito dell’onorificenza del cavalierato del lavoro è stato per Nicola Risatti una soddisfazione immensa, raggiunta dopo una vita dedicata al turismo, alla crescita e al miglioramento dell’azienda, giorno dopo giorno, anno dopo anno per continuare a essere all’avanguardia. «Perché nel nostro settore non esiste un punto d’arrivo, ma ogni giorno deve essere vissuto come una nuova sfida nella ricerca della soddisfazione dei clienti, che è legata ai loro gusti e alle loro abitudini. Inoltre – confida Risatti – questo traguardo è maggiormente si cativo perché arrivata nel momento più buio della mia esperienza lavorativa, nel periodo del Covid, che ha piegato l’azienda ma che ci ha permesso anche di rialzarci più forti di prima, dandoci inoltre spunti per creare nuove strategie per migliorare i servizi, la qualità e ottimizzare le risorse». Nicola Risatti è un Cavaliere del Lavoro più giovane della media, che considera il lavoro una passione, anche perché è cresciuto in hotel, respirando sin da piccolo l’arte dell’ospitalità, considerando prioritaria la soddisfazione dell’ospite. Il lavoro per lui è anche un piacere, ogni nuovo hotel che apre rappresenta una sfida, una ricerca costante per il miglioramento della proposta. «Passione e piacere devono essere due ingredienti di rilievo della ricetta applicata per raggiungere il successo nel complesso mondodel turismo.
Traguardo reso possibile ponendosi come obiettivo principale la soddisfazione del cliente prima del profitto, che arriva come semplice conseguenza», riflette. I risultati, ritiene il Cavaliere del Lavoro Risatti, si devono anche a scelte operative ben precise, che risalgono agli anni ’80. «Organizzare l’azienda con funzioni centralizzate, creando una sede che gestisca e controlli tutti gli hotel, ai quali sono delegate solo le funzioni operative, forti delle esperienze vissute in famiglia, dal nonno primae dal padre poi – sottolinea Risatti -. Questo ci ha permesso di controllare la qualità dei servizi per mantenere un livello sempre adeguato e al passo coni tempi». Spostando il discorso sulla ricetta adeguata a migliorare globalmente l’offerta turistica italiana, l’imprenditore gardesano evidenzia anzitutto la mancanza di grandi imprese, per cui l’Italia non è neppure paragonabile, dimensionalmente, ai competitor stranieri. Di conseguenza manca al settore la possibilità e la forza di interfacciarsi con la politica in modo adeguato. «Siamo considerati con un peso inferiore rispetto alle altre imprese – analizza il Cavaliere del Lavoro -. Tuttavia, in Italia abbiamo necessità urgente di intervenire per migliorare le nostre strutture, che nel complesso non sono al livello di quelle straniere. Qui lo Stato ci deve aiutare. Abbiamo la fortuna di vivere in un Paese con bellezze architettoniche e naturalistiche che altri non hanno, ma dobbiamo anche lavorare sulle strutture alberghiere per essere all’altezza delle richieste moderne». Riflettendo su cosa sia un’azienda, Nicola Risatti ritiene «che per fare impresa non basta mettere mano e mente nel business, perché ogni decisione, dalla più piccola alla più grande, può rivelarsi fondamentale».
Bisogna spesso compiere delle scelte, senza alcuna garanzia che queste siano giuste o sbagliate nell’immediato, come ha insegnato il periodo del Covid. Da qui la decisione di affrontare con fermezza le sfide quotidiane, con le sue capacità e il suo intuito, nella convinzione «che sia proprio la perseveranza la caratteristica che determina il successo di un imprenditore», rimarca Risatti. In particolare nel settore alberghiero e dell’ospitalità, ma non solo, è sempre più forte la carenza di manodopera. Che suggerimenti può dare un Cavaliere del Lavoro per risolvere una situazione sempre più endemica? Nicola Risatti è consapevoli si tratti forse della principale sfida dei prossimi anni per le attività del settore. «Non dobbiamo nasconderci e dare la colpa solo al Reddito di cittadinanza, che va sicuramente tolto, soprattutto ai giovani – analizza – Perché va tolto? Perché sta compromettendo la cultura del lavoro, che è la base dei valori di ogni persona. Il nostro compito è quello di rendere il lavoro più attrattivo e farlo diventare trampolino per la crescita professionale. Il punto di partenza per i giovani che si avvicinano al mondo del lavoro, per costruire una carriera tanto nel nostro settore quanto in tutti gli altri». Risultati che, per essere conseguiti, il Cavaliere del Lavo- ro bresciano ritiene necessario migliorare le strutture per dare maggiori comfort, garantire stipendi più adeguati ai dipendenti, e soprattutto investire adeguatamente in formazione. •.
Articolo pubblicato il 28 dicembre da Bresciaoggi