Ricevere l’onorificenza più ambita per un imprenditore è una notevole gratificazione, alla quale si aggiunge un’emozione se il pensiero corre al padre che, in passato, è stato insignito del medesimo riconoscimento. Un’esperienza vissuta il 2 giugno 2022 da Giacomo Gnutti, imprenditore con oltre 45 annidi impegno in varie aziende e nella società civile. «E il pensiero è corso a mio padre Franco, che è stato per me il mio più grande maestro nella vita e nel lavoro – sottolinea Gnutti – e che fu nominato Cavaliere del Lavoro nel 1992». Per Giacomo Gnutti il lavoro riveste un ruolo fondamentale, come per tutta la sua famiglia, insieme allo sforzo costante, condiviso dai collaboratori, perla crescita e lo sviluppo delle imprese. Un legame con il lavoro favorito dalle origini, da un vissuto quotidiano respirando sin da bambino aria d’impresa, quando accompagnava il padre nei giorni di vacanza da scuola. «Ho dei ricordi bellissimi avendo frequentato tutti i reparti della Eredi Gnutti di Lumezzane dai 7ail0 anni epoi surrí csivamente in quelli di Brescia della nuova fabbrica dopo il 1962», sottolinea il Cavalier Gnutti.
Un gioco da piccolo, vissuto in una fucina di imprenditori. Con gli anni, l’università la sera e l’impegno crescente con la positiva curiosità di imparare e conoscere il mondo del lavoro, in tutti i suoi aspetti. Come imprenditore riconosce di aver ricevuto numerose soddisfazioni, sicuramente più delle delusioni, considerando positivo anche «avere idee, sogni, visioni per se stessi e per gli altri». Giacomo Gnutti è stato chiamato a ricoprire incarichi in società quotate e non solo, in associazioni di categoria e datoriali, nel mondo del Terzo settore, tra i quali la presidenza della Fondazione della Comunità Bresciana. Incarichi che gli hanno consentito «di accrescere le mie esperienze professionali e umane, anche in questo gratificandomi». Nel definire la figura dell’imprenditore evidenzia che il termine è spesso usato e abusato impropriamente, ad esempio leggendo fatti di cronaca di malaffare in cui trafficanti di ogni genere sono classificati come «imprenditori». Evidenzia il ruolo dell’imprenditore, dall’artigiano più piccolo all’industriale più grande e indipendentemente dalle dimensioni aziendali, serio, corretto, che sa essere di esempio con il proprio sacrificio, anche nei momenti più difficili, e con la propria intraprendenza e le proprie iniziative rappresenta un volano formidabile per la crescita e lo sviluppo dei territori in cui opera».
Inoltre, per Gnutti «fare impresa vuol dire anche correre dei rischi, e l’imprenditore non si può sottrarre a questa sfida continua insita nel proprio ruolo, umano e professionale». Sulla stessa lunghezza d’onda la sua considerazione sul cosa rappresenti l’impresa nell’odierna società. Per il Cavaliere del Lavoro Gnutti è «un elemento trainante per i territori di riferimento, una risposta alle problematiche occupazionali e per il sostentamento delle fami ie, un l aboratorio continuo di idee, innovazioni, tecnologie, che poi, tradotte in pratica portano benefici a tutti noi quali cittadini». Nel turismo, ma non solo, è sempre più grande la mancanza di addetti. Su questo fronte l’imprenditore prova a delineare le strategie da adottare per risolvere il problema. La sua premessa è che i due annidi pandemia hanno letteralmente stravolto la visione delle persone, rispetto a stili di vitae impegni lavorativi. E una realtà nella quale ci troviamo a convivere, con problemi enormi di inserimento del personaleespecifiche particolarità a seconda dei settori. Per Giacomo Gnutti nel turismo «la concorrenza sleale attuata da qualche piccolo operatore, ma non solo, è un fatto noto e che non trova al momento soluzione alcuna – continua la riflessione del presidente di Terme di Sirmione e Golf Bogliaco -.
Senza buonismo né retorica, ritengo che il mondo del lavoro in Italia vada considerato con maggiore serietà e concretezza, nell’interesse di tutti. Senza ideologie e preconcetti è indispensabile che si affrontino i problemi con impegno, anche con interventi impopolari, ma che possono risultare efficaci». Le situazioni di difficoltà «sono decisamente aumentate in questi anni in Italia, altro che i proclami autoreferenziali della politica – sottolinea ancora Giacomo Gnutti -. E chi può davvero ridurla sono le risorse create dalle imprese e dal lavoro onesto». Il Cavaliere del Lavoro auspica, quindi, un vero salto culturale «per ottenere risultati solidi e di prospettiva: impresa e sindacato insieme con un obiettivo unico, quello del bene comune».
Articolo pubblicato il 17 Marzo da Bresciaoggi