Il Corano e la sua strumentalizzazione ad opera dello Stato Islamico: questo il tema al centro dell’incontro al Collegio con Massimo Papa, docente di Diritto islamico presso l’Università di Roma “Tor Vergata”. I leader dell’Isis – ha spiegato l’accademico – attraverso interpretazioni anacronistiche e intransigenti del testo sacro dei musulmani legittimano leggi brutali e gli atti più efferati tramite. Il professore ha poi evidenziato il forte simbolismo che caratterizza le scelte di nomi, titoli ed emblemi del “califfato”. Dal suo luogo di proclamazione, la Moschea di Mossul, fino al nome del suo capo, Abū Bakr al-Baghdādī, nulla è lasciato al caso, tutto viene studiato per creare una rete di forti significati e lanciare chiari e universali messaggi di intolleranza e aggressività. Il califfato ha presa sulle popolazioni locali poiché si erge come baluardo di legalità in territori ormai sfuggiti al controllo dei relativi Stati di appartenenza, sottolineando l’estraneità alla cultura e alle tradizioni locali della forze internazionali presenti, che sono bollate come portatrici di valori esiziali.
Un altro punto importante che caratterizza l’Isis è l’alto potenziale informatico e il forte impatto mediatico che riesce ad esercitare non solo nelle zone sotto il suo controllo, ma anche nel resto del mondo, grazie all’immediatezza dei canali di comunicazione e ai profili social che utilizza. Papa ha anche delineato un quadro geopolitico dei territori in cui opera lo Stato Islamico, evidenziando i legami tra gli Stati, le finalità che li spingono ad agire e il ruolo giocato dall’Occidente.
Ampio spazio è stato dedicato al dibattito: sono state approfondite questioni come il ruolo della Turchia e dei curdi e la furia iconoclasta dei guerriglieri dello Stato Islamico.