La transizione ecologica e l’internazionalizzazione sono le chiavi della crescita per Loccioni, impresa hi-tech con sede nella campagna marchigiana, poco lontano da jesi. L’azienda familiare, fondata dal presidente Enrico Loccioni oltre cinquant’anni fa, è specializzata nei sistemi automatici di misura e controllo per il miglioramento della qualità e negli ultimi anni ha raccolto i risulta di un modello basato sulla conoscenza, con una crescita costante anche nella pandemia, dai 113 milioni di fatturato del 2019 ai 120 del 2021, e una crescita parallela dei collaboratori da 442 a 463 e delle sedi estere da cinque a otto, con le ultime aggiunte nel 2021 in Messico e Corea.
«Avere persone e competenze nei territori dove sono i nostri clienti è stato strategico negli ultimi due anni», spiega Loccioni. 11 team di Shanghai, il primo a vivere l’esperienza del lockdown, ha fatto sì che gli altri presìdi del mondo potessero organizzarsi con largo anticipo e un mese dopo la Loccioni Usa ha potuto facilmente riconvertire sulle piattaforme virtuali, anziché annullare il programma di incontri già pianificato con i maggiori ospedali degli Stati Uniti. Mentre l’Italia era ancora immobilizzata, il service in Germania poteva garantire l’assistenza ai clienti nordeuropei.
«Fondamentale è stato anche mantenere vitale e produttivo il patrimonio di relazioni e di fiducia con i grandi clienti da tutto il mondo, arrivando a finalizzare nuovi ordini e a sviluppare proposte per nuovi progetti proprio durante i periodi più difficili, grazie alle visite virtuali dei laboratori con i vari interlocutori», racconta così Loccioni si è aggiudicata diversi progetti in Giappone, Stati Uniti e Cina. «Un’altra strategia vincente è stata la scelta di lavorare con clienti internazionali leader nei loro mercati e di diversificare i business per ridurre il rischio, come facevano i contadini con le colture», rileva Loccioni.
L’industria degli elettrodomestici, ad esempio, ha registrato in questi anni un importante aumento della produzione e il settore medicale ha dato molta linfa alla crescita, in particolare nei mercati esteri, grazie alla diffusione del sistema Apoteca, la piattaforma tecnologica di Loccioni perla gestione intelligente della farmacia ospedaliera, installato nei più grandi ospedali americani, coreani, cinesi ed europei. Un altro settore in cui la Loccioni sta raccogliendo nuove sfide è l’aerospaziale, grazie a clienti come Leonardo, Airbus o Avio Aero, che si affidano all’azienda marchigiana per sviluppare le loro innovazioni. Insieme all’internazionalizzazione c’è la transizione ecologica, che ha creato un volano di sviluppo con la sua spinta verso l’elettrificazione, la decarbonizzazione e la digitalizzazione.
II team Energia nasce con la realizzazione della prima comunità energetica eco-sostenibile che è la «Leaf Community», con la sua microgrid elettrica, l’abbandono totale del gas nel 2019 (oggi molto utile per contrastare la crisi energetica), l’installazione di sistemi di accumulo elettrico e termico e lo sviluppo dell’ Energy Management System. La sede «è un laboratorio a cielo aperto per sperimentare e misurare le nuove tecnologie, i flussi energetici, l’autoconsumo, l’efficienza del sistema e progettare l’autonomia energetica e la neutralità carbonica», commenta il fondatore. La competenza sviluppata su progetti interni diventa in questo caso occasione di lavoro e di sviluppo per l’impresa che si riprova a progettare ecosistemi energetici con giganti come E.on, Enel, Terna, Vattenfall e con nuovi player del mercato come la svedese Northvolt e altri astri nascenti della mobilità elettrica.
Articolo pubblicato il 20 Maggio 2022 da l’Economia