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L’URGENZA del debito comune – Intervista a Francesco GIAVAZZI di Paolo Mazzanti | Civiltà del Lavoro 2/2024

09.09.2024

Articolo pubblicato nella rivista n.2/2024 di Civiltà del Lavoro

 

Tante e complesse sono le sfide che attendono l’Unione Europea nei prossimi anni. Le elezioni del prossimo giugno rappresentano un momento cruciale, poiché dalle nuove composizioni del Parlamento dipenderanno scelte decisive per il futuro del Vecchio Continente. Ne abbiamo parlato con Francesco Giavazzi, professore ordinario di Economia Politica all’Università Bocconi di Milano e collaboratore del presidente del Consiglio Mario Draghi negli anni 2021 e 2022.

Un momento cruciale per l’Europa
Giavazzi richiama il “momento Hamilton” dell’Unione Europea, paragonandolo a quanto accaduto negli Stati Uniti nel 1790, quando Alexander Hamilton, ministro del Tesoro, convinse i primi 13 Stati federati ad adottare un debito comune. Secondo Giavazzi, l’Europa deve compiere un salto di qualità, adottando un bilancio e un debito comune, senza il quale non sarà possibile affrontare le sfide più impegnative, come la difesa comune e la transizione verde.

Difesa comune: una necessità
Per Giavazzi, è essenziale un maggiore coordinamento europeo nella difesa, soprattutto considerando che gli Stati Uniti, dai tempi di Obama, si concentrano maggiormente sul Pacifico e il confronto con la Cina. La difesa europea, però, è complicata dall’acquisto frammentato di sistemi di difesa incompatibili tra gli Stati membri. Giavazzi sostiene che ci sia bisogno di un unico acquirente europeo per sistemi di difesa interoperabili. La Germania ha già tentato, stanziando 100 miliardi di euro, ma il programma è stato bloccato dalla Corte Suprema. Tuttavia, l’Unione Europea, grazie alla sua capacità di indebitamento, come dimostrato dal Next Generation EU, potrebbe sostenere finanziariamente questi progetti.

La transizione verde
La seconda sfida è la transizione verde, che richiederà ingenti risorse, non solo per la riconversione dell’apparato produttivo, ma anche per la formazione e riallocazione dei lavoratori. Giavazzi sottolinea come, ad esempio, il 50% dei lavoratori della Motor Valley italiana operi nella sub-fornitura per motori termici delle case automobilistiche tedesche. Il superamento dei motori termici richiederà un’enorme opera di riqualificazione, difficilmente gestibile dai singoli Paesi senza un debito comune.

Energia e il futuro del nucleare
Anche nel settore energetico c’è una mancanza di coordinamento tra gli Stati membri. Giavazzi osserva che ogni Paese segue la propria strada: l’Italia utilizza gas e rinnovabili, la Germania ha detto no al nucleare, mentre la Francia vi si affida. Tuttavia, la vera svolta sarà la tecnologia del nucleare a fusione, che, secondo Giavazzi, potrebbe diventare una realtà entro pochi anni, con aziende californiane che hanno già ottenuto risultati promettenti.

La difesa europea e il ruolo della Francia
Un’altra sfida riguarda la difesa comune. Il presidente Prodi ha sottolineato che per arrivare a una vera difesa europea occorre convincere la Francia a mettere in comune le sue bombe atomiche e il seggio permanente nel Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Giavazzi ritiene che la chiave stia nel comprendere se la minaccia russa e l’indebolimento dell’impegno americano preoccupino a sufficienza i leader europei per intraprendere questa strada.

Debito comune e il consenso dei Paesi frugali
Infine, Giavazzi riflette su come convincere i Paesi europei più frugali, come la Finlandia o la Germania, ad accettare il debito comune. Alcuni, come la Finlandia, hanno interesse alla difesa comune a causa della loro vicinanza geografica alla Russia. Altri, come la Germania, potrebbero comprendere che senza debito comune sarà difficile affrontare le problematiche sociali poste dalla transizione verde.

Il ruolo del prossimo Parlamento europeo
Il nuovo Parlamento europeo e la nuova Commissione dovranno affrontare queste sfide in modo pragmatico, come è stato fatto con il Covid-19 e il Next Generation EU. Giavazzi crede che la difesa comune sarà la prima questione da affrontare, seguita dalla transizione verde.

Cosa dovrebbe fare l’Italia?
Per rassicurare i partner europei, l’Italia deve dimostrare di saper spendere bene i 194 miliardi di euro del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e di implementare le riforme necessarie per aumentare la crescita potenziale. Giavazzi esprime ottimismo, sottolineando i progressi nella riforma della giustizia, che ha visto una riduzione del 50% dei tempi dei processi negli ultimi due anni.

Debito comune e BCE
Giavazzi propone anche la creazione di un’agenzia europea del debito, che potrebbe liberare la Banca Centrale Europea dai titoli pubblici acquistati negli ultimi anni. Trasferendo questi titoli all’European Stability Mechanism (ESM), l’agenzia potrebbe emettere debito comune, mentre ogni Paese pagherebbe gli interessi sui propri titoli.

Competitività europea
Infine, Giavazzi sostiene che l’Europa debba trovare un equilibrio tra l’Inflation Reduction Act di Biden, che sta inondando il sistema produttivo americano di dollari, e l’eccesso di regolamentazione europea. Secondo lui, il debito comune potrebbe finanziare programmi europei di ricerca e innovazione, vantaggiosi per tutte le imprese europee, garantendo una competitività a livello globale.

Civiltà del Lavoro | marzo-aprile 2024

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