Il gruppo Magaldi presenta il primo impianto pilota per l’accumulo di energia da fonti rinnovabili che utilizza la semplice sabbia. Un sistema totalmente “verde” poiché sostituisce litio e cadmio delle normali batterie e può garantire continuità di erogazione di energia nell’arco delle 24 ore. La presentazione avviene oggi in occasione della Assemblea annuale dei Cavalieri del Lavoro del Mezzogiorno. Con il nuovo impianto MGTES (Magaldi Green Thermal Energy Storage) è possibile accumulare e conservare sotto forma di energia termica l’energia proveniente da fonti rinnovabili. Ciò può permettere di ridurre in maniera significativa la dipendenza dalle fonti tradizionali (fossili e gas).
La tecnologia va a incidere su uno degli aspetti più critici della sostenibilità energetica: i sistemi di storage. Oggi, questo sistema di ricerca e industrializzazione realizzato grazie anche a un finanziamento del Mise, ha raggiunto un’elevata maturità tecnologica (TRL7). Il primo modulo industriale presso il sito produttivo Magaldi di Buccino, in provincia di Salerno, viene perciò aperto alle visite anche delle più grandi aziende energetiche internazionali per dimostrare la capacità di accumulo “Power to Heat” e di rilascio di vapore per applicazioni industriali dai 150 ai 600 gradi. Il sistema è brevettato da MGE – Magaldi Green Energy, startup di Magaldi Power, top player mondiale negli impianti per il trasporto di materiali ad altissime temperature. il gruppo Magaldi (con un fatturato di 4omilioni nel 2021) ha due stabilimenti a Buccino e il suo quartier generale a Salerno. Specialista in costruzione di nastri per il trasporto di materiali ad altissima temperatura e nella installazione di impianti per la produzione di energia rinnovabile, da tempo dedica risorse alla ricerca sui sistemi di accumulo. Una prima tecnologia, anch’essa basata sull’utilizzo del silicio era stata venduta qualche anno fa al colosso giapponese Mitsubishi. il gruppo ha 220 dipendenti (metà ingegneri) e sedi anche in Usa, Messico, Dubai e India.
Articolo pubblicato l’11 Giugno da Il Sole 24 Ore