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Marchetti: La tecnologia potrà salvare il Pianeta

22.04.2021

“La tecnologia può essere il cambio di paradigma che ci consentirà di svoltare verso un mondo sostenibile”. Un’affermazione disruptive con la quale il Cavaliere del Lavoro Federico Marchetti, chairman di Yoox Net-a -porter, suggella la Giornata della Terra 2021. Con lo spirito pionieristico che da sempre ha guidato il suo lavoro. Come ha raccontato lo stesso Marchetti in questa intervista.

Lei è stato un anticipatore in fatto di sostenibilità. Come si sta evolvendo l’impegno di Yoox?
Nel settore moda, siamo stati tra i primissimi a sottolineare questo aspetto. Già nel 2008 iniziai un progetto che chiamammo Yooxygen, dalla crasi di Yoox e della parola oxygen, che venne lanciato in occasione dell’Earth day del 2009 e va trasversalmente tutta l’azienda. Nel 2009 ci siamo anche quotati e avevamo fatto il primo report di sostenibilità. Ci fu poi un accordo con Green cross international (l’organizzazione ambientalista fondata dall’ex leader sovietico Michail Gorbacëv, ndr) per il lancio del progetto. Sono sostenuti anche da Leonardo Di Caprio.

Qualcuno l’ha mai fermata?
Per fortuna, non c’era mai nessuno che mi fermasse. Un imprenditore visionario a volte si scontra con l’esterno… Questo è stato l’inizio, poi abbiamo fatto tantissimi altri progetti. Nel 2015, mi sono fuso con Net-a-porter e, a quel punto, come ceo di Yoox Net-a-porter, sicuramente anche la parte della sostenibilità è stata uno dei miei target. Poi c’è stato il progetto, frutto della mia immaginazione, con il Principe Carlo. Se si vuole battezzare chi sia la persona più autentica che da più anni spinge tutto il mondo sulla sostenibilità, quella persona è proprio lui, ha cominciato nel 1969.

Come?
Facendo un discorso sulla plastica, c’è ancora su YouTube.

Che rapporto avete?
Ci scriviamo lettere su lettere, è un rapporto epistolare anche divertente. Insieme, abbiamo disegnato questo progetto di mettere insieme dei giovani, unendo questo ai dati, che sono la mia ossessione, e alla creatività. Tutto questo impacchettato con il massimo della sostenibilità e il massimo della tecnologia, perché ogni capo aveva un passaporto digitale che ne raccontava la storia, i materiali, la narrativa di chi l’aveva fatto, che è un po’ quello che noi adesso abbiamo lanciato sulle nostre private label.

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